VALERIO BARONCINI
Politica

Bologna, Matteo Lepore: "Il mio ufficio nei quartieri"

Il sindaco da lunedì sposta l’ufficio, partendo da Porto -Saragozza: "Niente passerella, ascolterò i cittadini. A cominciare dai rifiuti. In arrivo lo spazzino di zona e un nuovo piano complessivo che porti più pulizia e dialogo con la gente. Non si tratta solo di cassonetti"

Matteo Lepore, sindaco di Bologna

Bologna, 2 marzo 2022 - La chiama "nuova fase". Dopo i primi cento giorni, il bilancio, le linee strategiche, è come se il sindaco Matteo Lepore tirasse una riga. E dalla piazza dal cuore ucraino, dalla mobilitazione europea, dallo ius soli della ribalta nazionale, dalle critiche e dall’approvazione, da un palcoscenico insomma più ampio di quello bolognese, si rituffasse nei quartieri, nei condomini, nei vicoli. Può una politica "nazionale" convivere con le esigenze di una porticina nel quartiere Porto-Saragozza?

"Sì, ora incontro la città. Torniamo a parlare al Paese su temi chiave, ma allo stesso tempo continuiamo a lavorare sulla prossimità. E porto il mio ufficio nei quartieri, come avevo promesso al Carlino subito dopo la mia elezione".

Sindaco Lepore, partiamo dalla piazza. Tutta Bologna s’è mobilitata per l’Ucraina. Si aspettava una risposta simile?

"La città è pronta a grandi sfide, di contesto nazionale ed europeo. Ha cuore. Ha coraggio. Ha dato una grande risposta: giochiamo una partita su scala italiana, Bologna è unica e ha dimostrato di esserci per una battaglia progressista".

Chi c’era in quella piazza?

"E’ stata una piazza apartitica, ma molto politica. Di fede, di cuori, di valori. Una città che risponde come comunità lo fa anche per via dell’ottimo tessuto sociale, produttivo, per il bilancio che permette di fare progetti e giocare una partita vera".

Tornando alla piazza, lei ha raccolto la suggestione de La Rappresentante di Lista per un concerto pro Ucraina. A che punto siamo?

"Stiamo cercando di capire luoghi e regole. Usciremo dallo stato di emergenza e dunque vogliamo capire quali saranno le norme per i grandi eventi. Stiamo parlando con i management degli artisti e la certezza del concerto ancora non c’è, ma le trattative sono ben avviate: ci piacerebbe Piazza Maggiore, ma la certezza è che il concerto servirà per raccogliere fondi. Inoltre abbiamo pronte centinaia di alloggi per chi arriverà dall’Ucraina".

Inevitabile parlare dell’iniziativa sullo ius soli. Non è solo ‘vetrina politica’?

"Concedere la cittadinanza onoraria a chi nasce a Bologna ma soprattutto frequenta le nostre scuole era un impegno della mia campagna elettorale e mi ha portato il plauso di cittadini di ogni provenienza politica. Dobbiamo dare una risposta alle periferie, allo smarrimento delle nuove generazioni dopo il Covid, dobbiamo spiegare ai ragazzi che ci sono diritti e doveri non solo con l’azione dell’ordine pubblico. Dobbiamo spiegare che c’è inclusione, che c’è speranza. Qui ci sono alcune comunità che vivono ancora separate: non va bene. Bologna guarda avanti, oltre la segregazione: per questo i nuovi cittadini saranno chiamati in più luoghi nella giornata del 20 novembre per la festa della cittadinanza e dell’infanzia".

Ma lo ius soli non è materia nazionale? Non le pare che la vostra iniziativa finisca solo per essere propaganda?

"Il Parlamento può avere i numeri per una riforma sulla cittadinanza. Sono stato contattato da molti sindaci, creeremo una rete, daremo battaglia con tante iniziative. Il Parlamento dovrà ascoltare la città... anche perché qui verranno raccolte idee e voti per le prossime elezioni".

E i quartieri?

"Serve un nuovo metodo di governo, di rapporto con i cittadini, di ascolto. Quindi vado nei quartieri, cominciando dal Porto di Saragozza da lunedì. Non sarà una passerella. Ma lo spostamento di tutta l’attività, compresi i miei appuntamenti. Incontrerò forze dell’ordine, servizi, polizia municipale, educatori, cittadini. E tornerò dopo sei mesi per valutare i risultati di progetti e iniziative. E così fino alla fine del mandato. Incontrando anche lo spazzino di quartiere".

Sui rifiuti vuole cambiare. Come esattamente?

"Lo spazzino di quartiere affronterà le istanze di ogni zona. Ma noi faremo un piano cittadino per avere maggiore pulizia e un miglior rapporto con la cittadinanza. Non si tratta solo di rimettere cassonetti, serve una interfaccia migliore e il nuovo contratto che parte da Atersir e sta per essere firmato prevede proprio questo".

Il 2022 sarà l’anno degli investimenti. Qual è l’orizzonte?

"Dopo il bando dei borghi che ha premiato Campolo, dopo il salvataggio della Saga, lanceremo un piano straordinario per il lavoro e lo sviluppo metropolitano, incentrato su economia e ricerca. Abbiamo un’idea di Grande Bologna e, insieme con Regione e Università, daremo un’identità forte. Nei prossimi due mesi metteremo giù i progetti-bandiera".