ROSALBA CARBUTTI
Politica

Lepore: “Di Gioia lascia, poi rimpasto a fine anno”. Regionali, riecco Landini

Il sindaco di Bologna tiene per sé la delega, pronto al restyling anche in vista delle urne. Nel derby de Pascale-Colla, Schlein potrebbe sparigliare col segretario Cgil

Le dimissioni dalla delega alla Cultura di Elena Di Gioia, qui sopra insieme al sindaco Matteo Lepore

Le dimissioni dalla delega alla Cultura di Elena Di Gioia, qui sopra insieme al sindaco Matteo Lepore

Bologna, 5 luglio 2024 – La prima mossa sono state le dimissioni della delegata alla Cultura, Elena Di Gioia, che tornerà alla sua professione di direttrice artistica e manager della cultura. Ma la notizia vera è che a fine anno si arriverà a un rimpasto vero e proprio. L’annuncio di un restyling di giunta è stato dato ieri dal sindaco Matteo Lepore, intenzionato “a fare un ragionamento complessivo”, tant’è che la delega di Di Gioia la terrà per sé fino al termine del 2024.

Il motivo, da quello che filtra, è semplice: approfittare del giro di boa di metà mandato per ridisegnare una squadra che, in caso di vittoria del centrosinistra alle Regionali, potrebbe vedere degli aggiustamenti. Quello più di peso potrebbe essere il trasloco della vicesindaca di Coalizione civica Emily Clancy in Viale Aldo Moro, come vicepresidente della Regione in ticket con il nome prescelto per il post-Bonaccini.

Tutti gli indizi, come già anticipato, portano a lei, soprattutto per il fatto che Alleanza Verdi sinistra (di cui Coalizione civica fa parte) è andata in doppia cifra proprio a Bologna. E non è un caso che l’altra sera, alla festa dell’Anpi, Clancy e Elly Schlein abbiano parlato fitto per un po’. Unica incognita per la sua casella (se, come dicevamo, il centrosinistra vincesse la partita elettorale), sarebbe l’ingresso di un nome di Sinistra italiana, ma al momento non se ne vedrebbero in vista.

Resterebbe, poi, vuoto il posto di Di Gioia che, chissà, da articolo 90, potrebbe anche essere trasformato in un assessorato. Si vedrà. Di certo per Lepore tenere qualche posto libero in giunta potrebbe essere anche un aiuto per calmare gli animi nel Pd bolognese. Animi piuttosto agitati, dopo la sconfitta dem in alcuni Comuni (Castel Maggiore a Pianoro, in primis) e i veleni di Casalecchio (con pezzi di Pd che hanno appoggiato lo sfidante del dem Matteo Ruggeri). Fibrillazioni che vedono l’area di De Maria e quella di Francesco Critelli intenzionati a chiedere un passo di lato alla segretaria dem Federica Mazzoni, in vista della Direzione di mercoledì. Difficile, si ragiona tra i dem, che la leader Pd finisca nel listino delle Regionali, ma magari potrebbe ambire ad altri ruoli, magari proprio nell’orbita di Palazzo d’Accursio.

Nel frattempo si continua a ragionare sulla candidatura per il post-Bonaccini alle Regionali. L’accordo unitario sul sindaco di Ravenna Michele de Pascale, il candidato dato come favorito, non è stato chiuso. Stesso copione sull’altro nome forte dem, l’assessore regionale Vincenzo Colla. Morale: anche il silenzio del Nazareno (e della segretaria Elly Schlein) ha un significato politico. Significato che, secondo alcuni, sarebbe legato all’idea di un altro candidato. Si tratterebbe del segretario della Cgil, Maurizio Landini.

Un nome che già era circolato nei mesi scorsi, ma è tornato in auge anche perché avvistato sempre più spesso (anche ieri alla Festa Cgil) in città. “Sembra fantapolitica, ma alla fine anche Sergio Cofferati era spesso qui e poi si candidò a sindaco...”, ricorda qualcuno nel Pd. Un ’briscolone’ che, anche se alla fine non andrà in porto, potrebbe aiutare a mettere in riga situazioni che hanno irritato la leader Pd, da Modena ad altri Comuni del bolognese dove l’ala Schlein è stata o azzerata o penalizzata.

“Se non si chiude presto si rischia il caos...”, diceva qualche dem un paio di settimane fa. Il caos potrebbe portare al terzo nome di Schlein (Landini) o mettere in pista chi potrebbe giocarsela alle primarie (vedi alla voce Irene Priolo e Isabella Conti).