Bologna, 24 settembre 2023 – Il presidente della Cei e arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi alla festa nazionale di Rifondazione comunista. È accaduto stamattina a Borgo Panigale, periferia di Bologna, dove ‘don Matteo’ – come è stato chiamato a lungo durante il dibattito – è stato accolto, all’arrivo alla festa del partito, da calorosi abbracci, e da applausi convinti durante il suo dialogo con il segretario nazionale di Rifondazione, Maurizio Acerbo (soprattutto quando ha ricordato "l’inchiostro bellissimo con cui è stata scritta la nostra Costituzione"). La notizia del presidente della Cei ospite di una festa di un partito comunista nel secolo scorso avrebbe fatto scalpore, anche se negli anni ’80 Papa Giovanni Paolo II incontrò i radicali Marco Pannella ed Emma Bonino per contrastare lo sterminio per fame del popolo africano, mentre ora, per quanto rappresenti una storica prima volta, fa storcere il naso solo ai benpensanti. “Parlare con tutti è indispensabile – ha spiegato Zuppi, che già nel 2018, sempre sotto le Due Torri, era stato ospite di un centro sociale per un dibattito su un libro che raccoglieva i discorsi ai movimenti popolari di papa Francesco –. Parlare non significa dare ragione, ma ascoltare e provare a comprendere le ragioni dell’altro per poi costruire un qualcosa insieme. La realtà è che non siamo più abituati ad ascoltare".
Zuppi ha dialogato con il leader di Rifondazione, Maurizio Acerbo, sotto un tendone in cui dominavano bandiere rosse, arcobaleno e di Cuba. Il primo tema trattato è stato quello dei migranti. "Bisogna fare un discorso sull’Europa e all’Europa, perché Il rischio che diventi un problema italiano ha effetti negativi. L’Europa ora è davanti a un bivio o riscopre le radici che l’hanno portata a unirsi per contrastare i nazionalismi e ideologie con una visione di solidarietà oppure rischia di diventare un condominio dove prevalgono le convenienze comuni e non ci sono più prospettive. Per questo Papa Francesco ha rivolto un appello all’Europa. Non possiamo abituarci ai bambini che muoiono in mare, ma l’unico modo per fermare questa tratta è allargare gli spazi di legalità per i migranti. Solo riducendo lo spazio dell’illegalità si contrastano gli scafisti". Il secondo argomento toccato è stato la guerra. "C’è un aggressore e un aggredito e aprire un negoziato ora darebbe l’impressione che una parte dei diritti dell’aggredito siano negati. Questo non significa perdere l’ambizione che l’unico modo per raggiungere la pace sia quella del diritto internazionale. L’articolo 11 della nostra Costituzione ripudia la guerra e ripudiare significa non solo rifiutarla, ma anche non volerla e questo è possibile solo se si rafforzano le istituzioni internazionali". Un pensiero è andato anche sui temi più divisivi. "Sicuramente su eutanasia, aborto e utero in affitto la pensiamo in modo diverso – ha affermato il cardinale –. Io credo che il vero problema stia mettere la persona al centro. I diritti della persona non sono gli stessi dell’individuo, perché una persona per avere una identità deve essere inserita in una comunità, per cui vi sono anche dei diritti collettivi. Ad esempio il non soffrire è un diritto, ma oggi in Italia siamo molto indietro nel campo delle cure palliative. Su questo potremmo lavorare insieme". Pur glissando sulla domanda, Zuppi ha anche lasciato intendere che un suo secondo viaggio in Russia non è imminente.