ROSALBA CARBUTTI e PAOLO ROSATO
Politica

Il campo largo in crisi, M5s: "Siamo in coalizione. Ma Iv tolga il simbolo". I renziani: "Non molliamo"

Riunione tra i 5 Stelle locali e Conte. Paita e Pigoni: "Basta veti". Il dem Tosiani: "Oltre le sigle, conta la Regione". Pontieri al lavoro

Riunione tra i 5 Stelle locali e Conte. Paita e Pigoni: "Basta veti".  Il dem Tosiani: "Oltre le sigle, conta la Regione". Pontieri al lavoro

Riunione tra i 5 Stelle locali e Conte. Paita e Pigoni: "Basta veti". Il dem Tosiani: "Oltre le sigle, conta la Regione". Pontieri al lavoro

Bologna, 3 ottobre 2024 – "Con Michele de Pascale ci sono degli accordi che rispetteremo. E secondo quegli accordi non possono esserci politici nella civica del candidato presidente. Inoltre, non possiamo associare il nostro simbolo a quello di Italia Viva". Sono chiari Gabriele Lanzi e Marco Croatti, coordinatori regionali dei Cinque Stelle per l’Emilia-Romagna. I paletti pentastellati rimangono quelli, accanto alla decisione nel rimanere nella coalizione di centrosinistra che sosterrà Michele de Pascale alle Regionali del 17 e 18 novembre. Cosa accadrà, però, se Italia Viva davvero dovesse formare una sua lista con tanto di simbolo? Davvero i Cinque Stelle si sfileranno dalla coalizione? Così pare di capire, "per deduzione...", si limita a sospirare Lanzi, ma non è detta l’ultima parola. Perché l’Emilia-Romagna non è Roma. Ieri i coordinatori hanno palesato la posizione del Movimento dopo un summit romano con il presidente del partito, l’ex premier Giuseppe Conte, che due giorni fa aveva fatto esalare l’ultimo respiro al campo largo.

"Conte ha ribadito che non possiamo associare il nostro simbolo a quello di Iv, in nessuna versione o grandezza", la delucidazione di Lanzi. Un problema si presenterebbe se esponenti renziani, in seguito a un accordo in questi giorni, dovessero finire nella civica di de Pascale. "Non facciamo le analisi del sangue alle persone, se una persona ha lavorato bene è giusto che si candidi. Ma non nella lista civica di de Pascale, quella è per i civici". Secondo i retroscena, va ricordato, tra de Pascale e M5s pare ci fosse già l’ok a un assessorato in caso di vittoria. Se poi Italia Viva finirà per cedere e quindi confluire in un’altra lista – quella dei riformisti con Socialisti, Repubblicani, Più Europa e Azione –, senza avere il simbolo, si saprà nei prossimi giorni. Ma al momento sul tavolo c’è un ’niet’. "Il simbolo di Iv sarà sulla scheda elettorale al fianco di de Pascale. Come è stato in Consiglio regionale al fianco di Bonaccini. Non mettiamo veti sui 5 Stelle ma non li accettiamo, soprattutto se vengono da chi è stato 10 anni all’opposizione", mette in chiaro la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale dei renziani. Stesso ritornello dalla capogruppo di Iv in Regione, Giulia Pigoni: "Conte e la sua arroganza annaspano ponendo veti pensando di poter decidere per altri. Non succederà. Non faremo alcun passo indietro", aggiunge, decisa, Pigoni ricordando che in Emilia-Romagna si gioca tutto un altro film rispetto alla Liguria, con i renziani seconda forza di maggioranza in Regione da anni e il M5s era all’opposizione. "Come ha detto il presidente del Pd Stefano Bonaccini, noi qui siamo stati alleati affidabili", dice la renziana emiliana, riferendosi alle parole dell’ex governatore ("sono inaccettabili i veti e le pregiudiziali personali").

Versante de Pascale, si predica calma: viene prima l’Emilia-Romagna. Concetto ribadito anche dal segretario regionale del Pd, Luigi Tosiani: "C’è un lavoro comune da preservare, oltre le sigle e i simboli. L’Emilia-Romagna è per noi la cosa che conta di più. E, visti gli accordi presi, non si accettano veti da nessuno". La sensazione è che in questi giorni si possa arrivare a un punto di caduta che salvi il più possibile la coalizione, ma intanto Elena Ugolini, candidata del centrodestra, gongola: "Quando si uniscono partiti con progetti e idee contrastanti con l’obiettivo di mantenere il potere e spartirsi le poltrone, i risultati sono davanti agli occhi di tutti. Al campo largo non interessa il futuro dell’Emilia-Romagna, ma di non perdere il potere".