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Elezioni 25 settembre 2022, Casini: "Bologna può fare la differenza"

Il senatore è candidato in città per il Pd al seggio uninominale per il Senato: "La partita è apertissima: sondaggi poco credibili"

Pier Ferdinando Casini, 66 anni, senatore dem, è candidato per il Pd

Pier Ferdinando Casini, 66 anni, senatore dem, è candidato per il Pd

Bologna, 11 settembre 2022 - A due settimane dal voto del 25 settembre, da più parti si moltiplicano gli appelli al cosiddetto ‘voto utile’.

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Senatore Pier Ferdinando Casini, candidato per il Pd al seggio uninominale di Bologna per il Senato, che cosa ne pensa?

"Per rispetto degli elettori e dei partiti – spiega l’ex presidente della Camera, in una pausa nel tour de force della campagna elettorale – ho sempre ritenuto utili tutti i voti. Però...".

Però?

"C’è un elemento da cui non si può prescindere".

Quale?

"Nei collegi uninominali, a partire dalla città di Bologna, o viene eletto il candidato del centrodestra o quello del centrosinistra".

Nel suo caso, o lei o Sgarbi?

"O vengo eletto io, o viene eletto Vittorio Sgarbi. Non ci sono altre possibilità".

Resta il fatto che il voto al proporzionale pesa di più.

"È vero che i due terzi dei voti si giocano nel proporzionale. Ma la differenza la farà il terzo dei seggi che saranno distribuiti con l’uninominale".

Sgarbi ora si fa disegnare come un supereroe che disintegra un busto che la ritrae. Come replica?

"Conosco Sgarbi da una vita. Non ho mai demonizzato gli avversari, che vanno sempre rispettati. Non cambio certo adesso che ho passato i sessant’anni".

In caso di vittoria del centrodestra vede, come alcuni, il rischio di una deriva fascista?

"Non ho questa paura. Ho una paura diversa".

Quale?

"Temo che in un momento drammatico per l’Italia, in cui dalla guerra discendono problemi gravissimi che riguardano l’energia e l’alimentazione, il Paese, la nostra casa comune, finisca nelle mani di incompetenti che non ne sapranno risolvere i problemi".

Non è un giudizio un po’ prevenuto?

"Quando Giorgia Meloni evoca il blocco navale...".

Che ne pensa?

"Può essere forse un’idea pubblicitaria. Ma va contro i trattati internazionali, nessuno l’ha mai attuato. E non riuscirà a farlo neanche la Meloni".

Calenda chiede voti agli elettori di centro, assicurando che il Terzo polo diventerà il ‘baricentro’ della prossima legislatura. Che ne pensa?

"Se fossi in lui e Renzi, anch’io mi inventerei qualche argomento per raccogliere voti".

Non sembra dare molte chance al Terzo polo.

"Ripeto: nei collegi uninominali, che fanno la differenza, o c’è il candidato di centrodestra o di centrosinistra. Tertium non datur ".

Lei era favorevole a un’alleanza fra il Partito democratico e Calenda?

"Io avrei voluto fare l’accordo con Calenda. E segnalo che Enrico Letta (il segretario nazionale del Pd, ndr ) l’aveva fatto. Poi è saltato tutto, ma la responsabilità non è stata certo del segretario Pd. Lui, l’accordo l’aveva voluto e fatto".

Calenda e Renzi, intanto, puntano a conquistare il 10% per poi confermare premier Mario Draghi.

"È inutile tirare Draghi per la giacchetta".

Lei, dai banchi del Pd in Senato, ha difeso il premier fino all’ultimo.

"Se c’è un argomento su cui il Pd non deve prendere lezioni da nessuno è l’appoggio dato a Draghi. Fino al voto della mia mozione, il Pd è rimasto schierato al fianco del premier, anche rischiando di perdere voti. Ha scelto di privilegiare l’Italia invece di fare altri calcoli".

Dal centrodestra, intanto, si chiede a Draghi di mettere in campo misure anticrisi. Che ne pensa?

"Trovo singolare che Lega e Forza Italia chiedano al premier di assumere provvedimenti di emergenza".

Perché?

"Perché facendo cadere il governo hanno lasciato l’Italia nel mare in tempesta senza un nocchiero a bordo. Per non dire dei Cinque stelle...".

Dica.

"Hanno aspettato di maturare la pensione e poi hanno fatto cadere il governo".

I sondaggi danno il centrodestra in largo vantaggio. Ritiene possibile un recupero del centrosinistra in sole due settimane?

"La partita è apertissima. I sondaggi rilevano delle tendenze, ma sono sempre poco credibili".

Si prevede una vera e propria fuga dalle urne. Teme un possibile forte astensionismo?

"Io spero che il 25 settembre tutti vadano a votare. La forza della democrazia è questa: sperare che tutti vadano alle urne. Non solo quelli che votano per te".

Lei è candidato a Bologna, e si sta impegnando in un tour del territorio. Che situazione ha trovato?

"Bologna è la città che amo. E dico che dobbiamo ritenerci fortunati. La città e la Regione sono amministrate molto bene da Matteo Lepore e Stefano Bonaccini. Con tutti i difetti, sono largamente fra le migliori amministrazioni in Italia".

Beh, i problemi certo non mancano neppure qui. Né sotto le Due Torri né in giro per la regione.

"I problemi esistono anche qui, non siamo in un’isola felice. Ma stiamo infinitamente meglio che nel resto d’Italia. Basta vedere al qualità dei nostri servizi ospedalieri e dei nostri servizi assistenziali. Ed è proprio qui, da queste terre, che il 25 settembre possiamo davvero fare la differenza".