Bologna, 1 novembre 2024 - “Ci sono mostri sbattuti in prima pagina che noi vediamo solo belli, sorridenti e felici. Se sono giudici vorremmo, però, solo sapere se sono preparati e, magari, stimati da tutti. Solo su questo andrebbero giudicati. Le premesse c’erano da tempo, ma non avremmo mai pensato che si arrivasse a ciò: passare al setaccio la vita intima di chi esercita la giurisdizione solo perché colpevole di avere assunto una decisione sgradita (continuiamo a non capire perché, visto che, in fondo, ha posto un quesito) ai rappresentanti del governo della Repubblica e ad alcuni House Organ. La misura è davvero colma. Giù le mani dai giudici”.
Questo l’appello dell’Anm, Associazione nazionale magistrati, che con la giunta esecutiva dell’Emilia-Romagna si stringe al giudice Marco Gattuso, estensore del rinvio alla Corte di giustizia ’Ue della decisione sul tema del dl ’Paesi sicuri’ della premier Giorgia Meloni, partendo dal caso di un cittadino bengalese.
Il decreto legge prevede, nella lista dei Paesi in cui rimpatriare con procedura accelerata i migranti irregolari, pure il Bangladesh. Ma il giudice del tribunale di Bologna ha chiesto all’Ue di pronunciarsi ed eventualmente di disapplicare l’atto di designazione in quanto soccombente rispetto al diritto europeo, ritenendo che il Bangladesh non possa definirsi sicuro in quanto sono qui perseguitate minoranze anche di difficile identificazione, tipo le persone Lgbtiqa+. Un rinvio che ha scatenato la bufera, nei giorni scorsi, biasimato con durezza anche dalla presidente Meloni stessa e dal vicepremier Matteo Salvini.
Bufera nel corso della quale è stato pubblicato da alcune testate anche il ’ritratto’ del giudice estensore Gattuso, con tanto di sua foto sorridente accanto al marito, in cui si è puntato il dito sulla sua appartenenza a Magistratura democratica, sul suo orientamento sessuale e il fatto che ha avuto un figlio con la gestazione per altri. In difesa del collega, l’Anm invita tutti i cittadini all’assemblea “urgente” di lunedì 4 alle 16 nella Sala delle Colonne del tribunale di via Farini, per parlare della vicenda con il presidente nazionale dell’Anm Giuseppe Santalucia.
Anche il presidente del tribunale, Pasquale Liccardo, ha difeso il giudice: “Ogni manifestazione della sfera privata del cittadino costituisce limite del diritto di informazione, perché connessa ai diritti fondamentali della persona”.