REDAZIONE BOLOGNA

Sanità, il Maggiore e il Sant’Orsola di Bologna tra le 15 maternità top d'Italia

Il report sulle strutture sanitarie sorride ai due reparti (rispettivamente all’11° e 13° posto). Policlinico di Modena 15°

Un reparto di neonatologia (Foto di archivio)

Bologna, 15 novembre 2019 – Ci sono anche Maggiore (11esimo) e Sant’Orsola (13esimo) nella 'classifica' dei 15 migliori reparti di maternità italiani per volume di nascite, secondo i dati del Piano nazionale esiti 2018 (riferito al 2017) elaborati da www.doveecomemicuro.it, portale di public reporting delle strutture sanitarie del Paese. La graduatoria, chiusa dal 15esimo posto del Policlinico di Modena (ma per una volta essere ultimi non è un problema), si basa su un assunto: più parti uguale più sicurezza per mamme e bambini. Gli ospedali italiani più ‘performanti’ si concentrano in 6 regioni, tutte al centro-nord, e sul podio si piazza il Sant'Anna-Aou Città della Salute e della Scienza di Torino, presidio che da anni conduce questa classifica. Ad aggiudicarsi il secondo posto, invece, come nell'edizione precedente, è l'ospedale Maggiore Policlinico - Clinica Mangiagalli di Milano. In terza, quarta e quinta posizione si riconfermano rispettivamente l'ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma, l'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e il Policlinico Universitario Antonio Gemelli di Roma. Differenze significative rispetto all'edizione passata si riscontrano nelle successive posizioni: il Policlinico Casilino di Roma entra in classifica e si aggiudica il sesto posto, seguito, al settimo, dall'Aou Careggi di Firenze e, all'ottavo, dall'ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli di Roma. Difendono il nono e il decimo posto, rispettivamente il Presidio ospedaliero Spedali Civili di Brescia e l'ospedale dei Bambini Vittore Buzzi - Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano, mentre l'ospedale Maggiore guadagna due posizioni aggiudicandosi l'11esimo posto. Seguono, al 12esimo, l'Azienda ospedaliera di Padova, al 13esimo il Policlinico Sant'Orsola, al 14esimo l'ospedale Borgo Trento - Aou Integrata di Verona e, al 15esimo, il Policlinico di Modena. Come scegliere, dunque, il punto nascita? Secondo gli esperti, volumi e giusta proporzione di parti cesarei sono due fattori importanti da guardare perché indicativi dell'esperienza e dell'adeguatezza delle cure prestate, ma ci sono anche altri aspetti da non sottovalutare.

Le donne, in genere, hanno aspettative precise riguardo al momento della nascita del loro bambino: c'è chi ci tiene a partorire nel modo più naturale possibile, chi vuole assolutamente contenere il dolore, chi desidera il neonato con sé 24 ore su 24 e chi chiede di conservare il sangue del cordone ombelicale.

Non si può prescindere, poi, dall'andamento della gravidanza: se insorgono patologie a carico della donna o del nascituro durante l'attesa bisogna necessariamente puntare su un centro hub di II livello che disponga di strumentazione adeguata e di una Terapia Intensiva Neonatale. "Invece, se la gravidanza è fisiologica, la futura mamma può scegliere di farsi seguire presso i consultori e di partorire negli ospedali spoke di primo livello - ben collegati ai centri hub di secondo livello - purché vantino adeguati volumi di attività", spiega Grace Rabacchi, direttore sanitario dell'ospedale Sant'Anna di Torino.

È fondamentale, quindi, informarsi per tempo per capire se la struttura prescelta risponde alle proprie esigenze: se dispone cioè di un servizio di analgesia epidurale gratuita h24 7 giorni su 7, di una vasca per il parto in acqua e di un servizio di rooming-in 24 ore su 24. E ancora: se è un centro di raccolta del sangue del cordone ombelicale o se è presente una Terapia Intensiva Neonatale.

Tutte queste informazioni sono disponibili su www.doveecomemicuro.it, che dispone di un database di oltre 2.300 strutture: tra ospedali pubblici, strutture ospedaliere territoriali, case di cura accreditate, poliambulatori, centri diagnostici e centri specialistici.