Bologna, 3 aprile 2019 - "Già da oggi o domani dovrebbe piovere, ma attenzione: le precipitazioni saranno contenute e non basteranno per tornare a un livello idrico accettabile». Anche Arpae lancia l’allarme siccità: «Le previsioni attuali ci mostrano un livello ancora più critico rispetto alla grande secca del 2017». A fare il punto è Lucio Botarelli, responsabile della ricerca e sviluppo della rete agrometeorologica. «Anche se si sta avvicinando un po’ di pioggia, le previsioni sul tema siccità non sono affatto positive – spiega Botarelli –. Non bisogna farsi illusioni: il livello di precipitazioni continua a essere inferiore alla norma. I fiumi e il suolo non potranno così recuperare quanto perso, a causa di un autunno scarsamente piovoso, e avranno difficoltà a tornare, rispettivamente, ai livelli di portata e umidità tipici per questo periodo".
"A soffrirne, in primis, sono ovviamente le piante – aggiunge –. Il terreno è vicino al livello di appassimento: questo significa che la vegetazione non riesce più a trovare sostanze vitali e a nutrirsi, finendo inevitabilmente per appassire".
Una siccità che quest’anno, stando all’analisi di Arpae, si sarebbe concentrata soprattutto nell’area centrale della regione, su tutti il Bolognese, con pioggia ampiamente inferiore rispetto alla media. «Se facciamo il paragone con un anno critico come il 2017, il quadro attuale diventa ancora più preoccupante – incalza il dirigente di Arpae –: siamo infatti ben al di sotto dei livelli registrati due anni fa, mentre continua ad aumentare con grande forza il numero e l’entità dei cosiddetti ‘eventi estremi’. E non si tratta solo dei forti rovesci, sempre più intensi e concentrati in pochissimi giorni, ma anche, e soprattutto, di lunghi periodi senza pioggia, che si verificano tra una precipitazione e l’altra. Tutti i fiumi, al momento, presentano un livello di portata inferiore agli anni passati: per comprendere questa analisi nella sua interezza, occorre tornare ai mesi autunnali, quando si è sentita di più la mancanza di pioggia, con le attuali conseguenze per le coltivazioni ormai sotto gli occhi di tutti». Una fotografia che emerge ora: tutti, infatti, sottolineano come sia ancora presto per trarre conclusioni definitive. Ma le sensazioni di esperti e addetti ai lavori restano pessimiste.