Bologna, 4 marzo 2021 - Succede, a volte, che il titolo di un film diventi ’profetico’. Succede per i nomi (il ’nomen omen’ dei latini) e succede nell’arte. Scherzi del caso o del destino. Se il primo film interpretato da una ventenne Matilda De Angelis, nel 2016, quello che l’ha fatta conoscere, quello che l’ha lanciata, si intitola Veloce come il vento, allora lo scherzo del destino è dietro l’angolo. La bolognese di Pianoro, da quel giorno ha corso veloce come il vento e l’altra sera l’Italia nazional-popolare l’ha scoperta mentre l’Italia che va in streaming lo aveva fatto da prima, forte della visione su Netflix della serie The Undoing dove recita accanto a Nicole Kidman e Hugh Grant.
Il mondo dello spettacolo lei lo conosceva già, ed era già nomade per il suo ruolo di cantante nella band bolognese Rumba de Bodas con tutto il corredo ’scenografico’ della vita da musicisti indipendenti che poi significa ’senza un soldo’; girando l’Europa per i concerti e dormendo dove capitava, dai parcheggi degli autogrill ai parchi pubblici. E lei sembrava, e probabilmente, lo era, felice. Poi il film di Matteo Rovere accanto a Stefano Accorsi e la vita ti si rivolta come un guanto.
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Ma come ci era arrivata? Ce lo svelò in un’intervista dell’epoca: grazie a una serie di coincidenze e all’occhio allenato di uno street casting. "Il responsabile street casting Federico Mutti fece vedere una mia foto alla direttrice casting, il regista non voleva un’attrice professionista e nemmeno una che frequentasse scuole di recitazione: cercava l’autenticità. Feci un primo provino, poi qualche settimana più tardi un secondo con Stefano Accorsi leggendo alcune pagine del copione. E mi scelsero". Mutti, che oltre ad occuparsi di casting per film e serie che si giranno sul territorio, dirige il Bologna Jazz Festival, ricorda bene quei giorni. "Lei assieme a tante altre ragazze, venne portata al casting (lo facevamo in un’aula delle scuole a Vicolo Bolognetti) da Leon Sal, fratello di quel Luis seguitissimo influencer, nonché figlio di Mea Cuniberti. La direttrice casting principale era Francesca Borromeo. Comunque ci trovammo di fronte tutte queste ragazze; ne cercavamo una che avesse già qualche esperienza performativa ma non accademica e che sul palco ci sapesse stare. Matilda colpì tutti e non a caso alla fine fu scelta lei. Dopo un primo provino in cui sui raccontava davanti alla macchina da presa, altri provini con il copione e infine quello con Accorsi".
Tornando a quella prima intervista, la domanda lecita era ’e se non l’avessero scelta?’. "Non avevo nulla da perdere, quindi nessuna paura. Mi sono detta: se il provino va male la mia vita rimane esattamente quella di prima. Non sono nata con la fissa di fare l’attrice, semmai la musicista... mi sono detta: è un gioco, vediamo come va". Dopo quel ruolo sulle auto da corsa (sostituita da stuntmen nelle scene più rischiose della gara), una corsa di film in serie tv (è stata anche Mariele Ventre in I ragazzi dello Zecchino d’Oro ) fino all’approdo americano che non accenna ad esaurirsi: la vedremo in una nuova versione di Di là dal fiume e tra gli alberi mentre sta per arrivare in tv nella nuova fiction Rai su Leonardo.
Intanto corre sempre più veloce, anche per sfuggire a conformismi e cliché, tanto da abbracciare la ’filosofia’ skin positivity facendosi un selfie con acne in grande risalto sul volto. Perché non conta come sei fuori, giusto? Sincera, libera, decisa. Ma una bugia l’ha detta. Le chiedemmo, rimarrà a Bologna o si trasferirà a Roma dove il cinema si fa? Risposta: "Io rimango a Pianoro, a casa mia". Non è successo. E probabilmente ne ha detta un’altra, proprio su Sanremo: "Nemmeno di fronte a Nicole Kidman ho provato un’ansia del genere...". Sarà.