Bologna, 18 luglio 2019 - Conosci il tuo nemico. La vittoria non sarà ancora a portata di mano, ma la malattia che ha colpito Sinisa Mihajlovic ha ora un nome e un cognome. Leucemia acuta, prevalentemente mieloide, annidata a fondo nel midollo osseo. La comunicazione è arrivata dal Bologna, che nel pomeriggio di oggi, alle 17,45, ha emesso il primo bollettino sulle condizioni del tecnico, a poche ore dal ricovero. I primi due giorni sono quindi serviti ai medici del reparto di ematologia dell’Istituto Seragnoli del Policlinico Sant’Orsola per completare gli esami e individuare la tipologia esatta di leucemia che ha colpito Mihajlovic. Così il mister, nella giornata di ieri ha iniziato la sua battaglia, fatta di cure mirate, affiancate a trattamenti chemioterapici: «Tre giorni dopo il ricovero di Sinisa Mihajlovic nel reparto di ematologia dell’Istituto Seragnoli del Policlinico Sant’Orsola, si è concluso il percorso di tipizzazione della malattia: si tratta di una leucemia acuta prevalentemente mieloide», precisa il Club.
Una fase di diagnosi preventiva quella descritta nel comunicato del Bologna, indispensabile per caratterizzare il genoma, e sulla base di questo sviluppare una terapia, fatta di farmaci mirati. Anni e anni di progressi tra i muri dell’Istituto hanno permesso, in alcuni casi, di triplicare la sopravvivenza dei pazienti, e in altri casi di leucemie croniche o acute (proprio come quella in questione), di incrementare le possibilità di guarigione fino al 90%. E’ un killer silenzioso la leucemia mieloide, che nasce dal midollo osseo e progredisce velocemente.
Il male colpisce oltre duemila persone ogni anno in Italia, uomini in prevalenza (circa 1.200), contro i 900 casi femminili. Da tempo però non è più considerato una sentenza, basti pensare che i trapianti di cellule staminali portati a termine dal Seragnoli nel 2018 sono 190, di cui 47 dalla banca del midollo osseo. Ma i numeri non hanno mai spaventato il tecnico rossoblù: nè le stellette appuntate sul palmares, nè tantomeno la casistica su cui si basa la malattia. Ieri intanto, il vescovo, Monsignor Matteo Zuppi, ha subito preso contatto con la società per incontrare il mister il prima possibile. Anche la squadra – compatibilmente con lo svolgersi delle terapie – sta valutando di andarlo a trovare una volta tornata dal ritiro a Castelrotto.
Non c'è infatti solo il bollettino medico nel comunicato del Bologna, ma anche una profonda attenzione agli ‘undici’ di Sinisa. Seguono infatti poche righe su come prosegue il rapporto con il team: «Nonostante gli esami e le terapie, il tecnico è in contatto quotidiano diretto con i suoi collaboratori a Castelrotto» . Intorno alle 17.30 di oggi, prima di iniziare l’allenamento pomeridiano, la società ha messo al corrente la squadra della situazione. Il direttore sportivo Bigon, sempre presente al fianco del gruppo, ha richiamato i giocatori in cerchio e il medico sociale Giovanbattista Sisca ha relazionato sulle condizioni. Poi è stato il preparatore Marchesi a prendere la parola e a spronare i rossoblù a iniziare l’allenamento.
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