Quando, la mattina del 3 settembre 1944, le donne diedero l’assalto alla sede municipale di Castel Maggiore, provvisoriamente trasferita a Bondanello, c’era anche la diciannovenne Corina Tonelli aiutò a fare irruzione e distruggere i registri della leva e quelli delle tasse. Ne nacque uno scontro fra partigiani e nazifascisti, che nel pomeriggio fucilarono sei persone nell’eccidio di Bondanello. Quella scintilla spinse altre donne, in altre città, a ribellarsi. Corina, nome di battaglia ‘Spagnola’, si è spenta due giorni fa a Castel Maggiore, dove ha trascorso tutti i suoi 96 anni. Era una staffetta, militò nella quarta brigata Venturoli Garibaldi, riconosciuta partigiana con il grado di sottotenente dal 10 gennaio 1944 alla Liberazione. A legare per sempre il ricordo di ‘Spagnola’ e delle sue compagne a questa terra resta il parco più centrale e antico di Castel Maggiore, che dal 2006 si chiama Parco delle Staffette Partigiane.
"Donne che hanno rischiato la loro vita e quella dei loro familiari e che, finita la guerra, si sono organizzate nei partiti, nei sindacati, nelle associazioni, per affrontare nuove lotte, per andare avanti", scrisse di loro Lina Serenari, prima consigliera comunale eletta a Castel Maggiore nel 1946. Lina era componente del comitato direttivo del Gruppo difesa donne di Castel Maggiore. Nella sua casa si raccoglievano e smistavano generi alimentari e di sussistenza per i clandestini, si diffondevano gli stampati. "Mi ha raccontato spesso di questo periodo della sua vita. Ne andava orgogliosa – dice il figlio, Franco Braga –. Raccontava la paura quando arrivava qualcuno a casa. E le sue imprese, il capo partigiano che le diceva di cambiarsi perché era facilmente riconoscibile. Ha continuato a pagare la tessera dell’Anpi fino all’ultimo giorno. E quando da ragazzino mi lamentavo per qualche sciocchezza diceva: io a 17 anni facevo altro".
Agostino Francia, presidente dell’Anpi di Castel Maggiore: "Corina era una festa. Mi accoglieva sempre in casa sua e in sala c’era una foto con lei e le partigiane di Castel Maggiore". Neanche l’ex segretario del Pci di Bologna, Mauro Olivi, trattiene le lacrime: "Fu tra le animatrici delle manifestazioni femminili, quando le donne scesero in piazza supportate dai Sap". L’ultima onorificenza, Corina, l’aveva ricevuta nel 2017: era la medaglia della Liberazione, istituita dal ministero della Difesa. "Corina è stata un esempio per tante donne e uomini di Castel Maggiore, un punto di riferimento e una presenza costante nel presidio dei valori della Resistenza e della democrazia", la ricorda la sindaca Belinda Gottardi. I funerali oggi, alle 16, alla chiesa di S. Andrea di Castel Maggiore.
Riccardo Rimondi