Bologna, 6 giugno 2021 - Sette bolognesi su dieci promuovono l’amministrazione Merola, ma il voto è appena un sei più. Colpa di criminalità, traffico, degrado e sporcizia che in città sono considerati i problemi più sentiti. E, attenzione: sentiti in modo trasversale. Sono più di tre cittadini su dieci a chiedere un cambiamento radicale. La fotografia è del sondaggio realizzato da Nomisma-Istituto Ixè srl con 1.010 interviste a maggiorenni residenti a Bologna. Uno scenario elettorale in vista delle Comunali d’ottobre che dà le carte su che cosa si giocherà la competizione e, per chi oggi è alle prese con le primarie, Matteo Lepore e Isabella Conti, una serie di indicazioni su cui prendere appunti. Il campione ha una collocazione politica così composta: sinistra (23,6%), centro-sinistra (24,7%), centro (8,7%), centro-destra (13%) e un 23,6% senza collocazione. Tre i ’capitoli’ del sondaggio: problemi, priorità e qualità della vita; le grandi infrastrutture; il giudizio sull’amministrazione uscente.
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Ne emerge, come direbbe Italo Calvino, che "ci vogliono delle basi di esattezza, metodo, concretezza, senso della realtà. È soltanto su una certa solidità prosaica che può nascere una creatività". Morale: sebbene il 92 per cento dei bolognesi promuova la qualità della vita in città con un voto più che discreto (7,4, la media), e pure il centro-destra dia un bel 7,1, i consensi scendono parecchio quando si parla di sicurezza, pulizia e cura della città, disponibilità di case, manutenzione di strade e marciapiedi. Va alla grande, invece, l’offerta culturale che, stando al giudizio dei cittadini, è promossa con un bell’otto in pagella. I problemi della città. Il primo nodo da risolvere restano la sicurezza e la criminalità (16,5%), seguono il traffico (15,1%), la sporcizia e il degrado (11,1%) e la viabilità (11,1%). Solo per il 4,8 per cento, invece, il primo problema sotto le Due Torri è il trasporto pubblico, mentre l’inquinamento è considerato in cima ai pensieri del 4,4% dei bolognesi. Poco sopra il 3 per cento coloro che si arrovellano su disoccupazione, immigrazione, Università e studenti. E pure la movida, di cui tanto si parla, è in cima alle questioni da affrontare solo per l’1,5 per cento dei cittadini.
Le priorità per il futuro. Quando si guarda all’orizzonte, i bolognesi elencano tra le priorità questioni concretissime. Segno che quanto si sta facendo, sia da un punto di vista infrastrutturale, sia per questioni di ordine pubblico, non è sufficiente. Per quasi il 43 per cento, infatti, è fondamentale migliorare la viabilità e i trasporti, mentre il 40,9 per cento chiede più sicurezza. In terza posizione, con molto distacco, la richiesta di sviluppo economico e occupazione (27,9%), seguito dal miglioramento dell’ambiente e poi della raccolta dei rifiuti. Poco più del 20 per cento chiede più attenzione per i giovani e altrettanta per gli anziani. In coda alle urgenze, bilancio e investimenti nella cultura. Superando il capitolo Passante, cioè il potenziamento di autostrada e tangenziale, tram e restyling dello Stadio Dall’Ara, ci sono i giudizi sull’amministrazione comunale.
Le pagelle. Il 73 per cento dà la sufficienza a Merola e colleghi, con un voto medio pari a 6,4. Ma, schieramento politico che vai, voto che trovi. Il centro-sinistra, infatti, è il più largo di manica: 7,1. Due decimali in meno dalla sinistra (6,9) e appena sufficiente (6,3) il giudizio del centro. Ma il sindaco e la sua squadra, però, si prendono anche tre insufficienze (sebbene non disastrose): 5,7 dal centrodestra, 5 dalla destra e 5,9 da chi non si colloca politicamente.
Fedeli alla linea o rivoluzione? Il grande quesito, su cui gli stessi candidati alle primarie di centrosinistra si stanno arrovellando è: continuità o cambiamento? Per oltre la metà dei bolognesi (56,9%) serve qualche miglioria nel modo in cui viene amministrata la città, mentre per un 32,5 per cento s’invoca un cambiamento radicale. Bassa la percentuale del partito dello status quo : solo il 6,8 per cento pensa che si debba andare avanti così. Le percentuali ’ballano’, ovviamente, in base agli schieramenti: sette elettori su dieci di centro-sinistra, ad esempio, si accontentano di qualche miglioria, mentre solo il 17 per cento chiede di più e l’11 per cento è soddisfatto. A sorpresa pure i grillini abbandonano l’idea della grande rivoluzione: per il 15% va bene la continuità, a sei su dieci bastano aggiustamenti e solo il 17 per cento sogna ribaltoni. In linea con le aspettative l’area di centro-destra: il 65% chiede discontinuità totale, mentre praticamente nessuno è disposto a proseguire sulla linea dell’amministrazione uscente.
Gli elettori di Lepore e della Conti. Stando, invece, ai candidati alle primarie, quali sono gli scenari? Tra gli elettori di Matteo Lepore quasi otto su dieci chiedono un cambio di rotta minimo, mentre il 13 per cento è per la continuità. Solo il 9 per cento vorrebbe che il candidato dem guidasse una vera e propria svolta politica. Va diversamente dalle parti della Conti, dove la componente dei fedeli alla linea si abbassa al 7 per cento, a fronte, invece, di una richiesta di cambiamento radicale da parte di quasi 4 elettori su dieci. Si ferma, invece, al 58 per cento, la quota di bolognesi che si accontenta di scelte in minima discontinuità rispetto all’amministrazione Merola.