ROSALBA CARBUTTI
Elezioni Comunali

Primarie Bologna, Provenzano: "Renzi vuole prendersi lo scalpo del Pd"

Il vicesegretario dem: "Bologna è la città simbolo. Conti indipendente? Basta ipocrisie". "Lepore allarga, via alla riscossa della sinistra"

Peppe Provenzano, ex ministro per il Sud nel Conte 2, è oggi vicesegretario del Pd

Peppe Provenzano, ex ministro per il Sud nel Conte 2, è oggi vicesegretario del Pd

Bologna, 20 maggio 2021 - "Matteo Lepore è la persona giusta per governare Bologna. Una città modello, progressista, capace di coniugare sviluppo e coesione sociale. Matteo Renzi, invece, mira a conquistare la città simbolo perché vuole lo scalpo del Pd". Peppe Provenzano, vicesegretario dem, già ministro per il Sud nel Conte 2, non ha bisogno del politichese per spiegare la sua scelta di campo in vista delle primarie del 20 giugno.

Primarie, quante firme hanno raccolto Conti e Lepore

Renzi ha preso di mira Bologna? "Sì. Perché è la città laboratorio del centrosinistra da sempre. Quale luogo migliore per colpire il partito che sta cercando di rinnovarsi dopo il disastro del 2018 ad opera sua? Ma a Bologna si vota per Bologna, e la città non si farà certo strumentalizzare".

Isabella Conti incassa il sì dei Verdi e piace alle Sardine Lepore è l’unico candidato del Pd. Lei in Direzione ha detto: "Sostenere un candidato di un altro partito è rottura politica". Invoca espulsioni? "Lepore è sostenuto con convinzione dalla stragrande maggioranza del Pd, come dimostrano le parole importanti di Bonaccini. Se casi isolati, eletti dem, sostengono la candidata di un altro partito ... beh, non c’è bisogno di porre la questione in termini di disciplina di partito, ma s’incrina il rapporto di fiducia di una comunità politica. Quello che mi piace di Lepore è che non c’è solo lui in campo. Ma un ’noi’, una squadra. Dall’altra parte, invece, c’è un ’io’ che si candida contro qualcuno e candidato da qualcuno altro". Isabella Conti risponde che si è candidata da indipendente, ha lasciato gli incarchi direttivi in Italia Viva e accusa il Pd di essere misogino... "Basta ipocrisie. La candidatura è nata dopo l’iniziativa di Renzi. Il leader di Iv vuole lo scalpo del Pd e lo cerca a Bologna. Sulle accuse di misoginia rispondo che anche tanti uomini sono stati definiti renziani... Non sapevo che ‘renziano’ fosse un’offesa, visto che lei sta ancora in Iv. Ma se per la Conti è un insulto, non è giusto definirla così". La questione di genere, però, c’è: il Pd non ha una candidata in nessuna delle grandi città. "Il Pd sta lavorando per una piena parità di genere. E Lepore l’ha già detto: metterà in campo una squadra che risponderà a questo criterio. E il piano sull’uguaglianza di genere è già nel programma". Il padre dei gazebo, Parisi, ha definito le primarie ormai finite. Che cosa ne pensa? "Quando c’è un candidato forte, vengono considerate inutili. Quando c’è competizione, si parla di rissa. Capisco l’essere esigenti, con noi stessi e la sinistra, ma siamo gli unici che si prendono cura della democrazia del Paese. La destra non ha ancora un nome da nessuna parte, né un metodo per sceglierli". A proposito di sinistra: l’intesa con Coalizione civica è stata criticata da alcuni dem. "Lepore riesce a essere in continuità con il buon governo di Merola, ma allo stesso tempo è capace di coinvolgere forze che erano all’opposizione, dalla sinistra al M5s. Segno di una capacità politica, che richiama lo spirito dell’Ulivo. Bisogna essere orgogliosi della parola sinistra, liberiamoci da quel moderatismo sinonimo di conservazione. La sfida è coniugare innovazione produttiva e innovazione sociale, sviluppo e equità. Come Biden in America, com’è nell’anima di Bologna". L’assessore alla Cultura è la persona giusta per Bologna? "Rappresenta proprio quell’anima. Da amministratore si è occupato del Pon metro, cioè quella serie di azioni che con fondi europei ha dato il via a processi di rigenerazione urbana, capaci di allontanare la distanza tra centro e periferia. Lepore è un amministratore ben saldo nella grande tradizione della sinistra bolognese che guarda al futuro. Capace di fare rete con altre città, penso a Firenze, e al recente incontro col sindaco Nardella". Le Comunali sono un test per Letta e il Pd. Il rischio è alto? "Le ultime amministrative furono la spia della peggiore sconfitta della nostra storia: quella del Pd renziano del 2018. Noi crediamo che dalle città può partire la riscossa per un centrosinistra ampio e plurale che nel 2023 potrà governare il Paese".