Prima un omaggio alla tomba di Giuseppe Dozza, il sindaco della Liberazione. Dopo aver deposto i garofani rossi in Certosa, ha fatto tappa da Don Orione, nel quartiere Porto-Saragozza, segno che nella sua agenda i fragili avranno un posto di rilievo.
Il primo giorno da sindaco per Matteo Lepore inizia presto, nonostante i festeggiamenti della sera prima per il quasi 62 per cento ottenuto alle Comunali. Tra telefonate di complimenti, il recupero degli arretrati dei messaggi su whatsapp (compreso quello di Fabio Battistini), ha annunciato il suo primo proposito dal comitato elettorale di via Mentana: "Bologna sarà un Comune da combattimento. E io sarò un sindaco da combattimento". Un Comune, insomma, da dove partire per fare battaglie "nazionali ed europee". "Le mie prime missioni saranno a Bruxelles e Barcellona, per costruire un’alleanza progressista europeo" con l’amica e collega Ada Colau. Il risultato di Bologna "deve parlare anche al resto del Paese", sottolinea il nuovo sindaco, citando il famoso discorso di Walter Veltroni del 2008 da Spello. Ribadisce l’appello per un "fronte dei sindaci", coi colleghi vincitori di Milano e Napoli e scommettendo sulla vittoria del centrosinistra anche nei ballottaggi di Torino e Roma.
Chiama, poi, Enrico Letta, il segretario del Pd, invitandolo a seguire il modello dei primi cittadini progressisti per vincere anche le Politiche del 2023. Un fronte che va da Milano con Sala, passa da Firenze con Nardella e arriva a Bari con Decaro.
"Anche il Pd dev’essere un partito da combattimento", avverte Lepore. E plaude alla scelta coraggiosa di Letta di candidarsi a Siena. Per ora non si sbilancia sulla giunta, sebbene guardi con favore i risultati (e il boom di preferenze di Clancy e Santori), ma ne delinea i contorni. Una giunta metropolitana dove, con gli assessori ‘classici’, ci saranno figure che si occuperanno di far funzionare la Città metropolitana, sul modello delle giunte europee. Sugli aspetti tecnici "stiamo facendo le ultime verifiche, ma intendo svolgere appieno il ruolo di sindaco metropolitano". Obiettivo: "Mettere a frutto il lavoro di tutti i sindaci dei Comuni piccoli e medi, dall’Appennino all’imolese arrivando a non aspettare le riforme nazionali, ma precederle".
Non fa nomi degli assessori e annuncia che si prenderà qualche giorno, da qui alla nomina ufficiale (indicativamente la prossima settimana). L’unica cosa certa è che la sua vice sarà donna: forse proprio la Clancy, mentre con Isabella Conti punta a lavorare a livello politico, con la speranza che "torni a casa, nel Pd". Ribadisce la bontà della coalizione larga, sebbene sarà proprio quella la sfida più grande: far quadrare le istanze di tutte le anime della sua squadra. "È già stata condivisa l’agenda dei primi 100 giorni", insiste il neo sindaco. Ma da Coalizione civica inizia il pressing per i primi propositi da portare a Palazzo d’Accursio: "Vuoti a rendere, limite dei 30 all’ora in tutta la città, aiuti per l’affitto". Giusto due parole sui ribelli Pd (dopo le congratulazioni dell’ex assessore Aitini): "Non li chiamerei ribelli, siamo tutti democratici", poi Lepore lascia via Mentana per spostarsi in Comune. "Vado a fare la città più progressista d’Italia". E sorride.
Rosalba Carbutti