GIOVANNI DI CAPRIO
Economia

Ex Bredamenarinibus, Schlein al presidio: “Trasferimenti a 600 km sono di fatto licenziamenti”

La segretaria Pd: “Errore strategico dare l’azienda in mano a un privato. Ci sono tutte le competenze per costruire qui gli autobus senza comprarli all’estero”. Alle 15 l'incontro a Roma tra il ministro Urso e i dipendenti dell'attuale Industria italiana autobus di Bologna

Bologna, 3 settembre 2024 – Questa mattina i lavoratori, i sindacati e le istituzioni si sono ritrovati davanti la sede dell'ex Bredamenarinibus, ora Industria italiana autobus e a poche ore dall'incontro a Roma con il ministro Urso. Fuori i cancelli dell’attuale Industria italiana autobus è arrivata anche la segretaria nazionale del Partito democratico Elly Schlein. “A Bologna, il 2 agosto e come un insulto, sono arrivati 77 provvedimenti di trasferimento in Campania, a Flumeri, provincia di Avellino – parla Schlein -. Proprio il giorno di quella triste ricorrenza per la città, dire a 77 persone che si devono spostare di 600 chilometri vuol dire di fatto licenziarle. Questo governo non sa come va il mondo e come attuare politiche industriali. Infatti questa azienda doveva rimanere in mano pubblica. È stato un errore strategico darla in mano a un privato. Questi lavoratori, che ora stanno andando a Roma per difendere il proprio posto di lavoro, hanno tutte le competenze per costruire qui gli autobus e non andandoli a comprare all’estero”.

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Il provvedimento del 2 agosto è stato annullato poche ore dopo la sua emissione, grazie all’intervento congiunto di sindacati e istituzioni come l’assessore regionale al Lavoro, Vincenzo Colla, presente anche lui questa mattina davanti la sede bolognese di Iia. “Un piano industriale da ‘Chi l’ha visto?’ – racconta Colla descrivendo il progetto di Seri Industrial -. Ministro Urso, lei lo ha visto questo piano? – domanda Colla -, questo non è un salvataggio, così stanno smontando l'azienda. Una soluzione seria deve investire su questa realtà». Inoltre, tra le aziende che hanno presentato un progetto per acquistare l’azienda, “c’era una cordata di imprenditori bolognesi (Gruppioni, Marchesini, Stirpe, Benedetto), con esperienza nel settore autobus. Invece, il ministero ha scelto la via finanziaria non quella industriale”, afferma Colla. Sulla ‘calda giornata’ del 2 agosto, torna il sindaco Matteo Lepore.

“Questi 77 licenziamenti, poi annullati, sono arrivati come un coltello alla schiena della città. L’Iia ha bisogno di imprenditori sani che vogliono il bene dell’azienda e il governo va in direzione opposta. Noi alle minacce rispondiamo con la mobilitazione", afferma Lepore. Oggi pomeriggio a Roma (nella sede del Mimit) si terrà l’incontro sull’Iia tra istituzioni, sindacati e lavoratori e lavoratrici dell’azienda. "Chiediamo chiarezza – sottolinea Mario Garagnani, Fiom Bologna - Avevamo preannunciato che secondo noi questo imprenditore non è affidabile". E, secondo Garagnani, lo ha dimostrato nel “giorno peggiore per la città (il 2 agosto; ndr) quando ha inviato la lettera di spostamento”. Una decisione, quella del governo di affidare Iia al gruppo Seri, che non convince neanche Massimo Mazzeo, segretario Fim Cisl Bologna. “Vogliono chiudere lo stabilimento bolognese. Faremo tutto il possibile per evitare che accada. Perciò serve un piano industriale serio e che non preveda il trasferimento dei lavoratori in Campania”.

Così ‘l’autunno’ di Bologna inizia davanti all’Iia per "difendere un modello di impresa e un piano industriale che qui non ci sono. L’imprenditore della Seri (Vittorio Civitillo; ndr) parte da una credibilità di -10 nel rilanciare l’unica azienda che produce autobus in Italia”, dice il segretario della Cgil Bologna Michele Bulgarelli. Inoltre, Bulgarelli nota che se la procedura del 2 agosto fosse andata avanti, «oggi saremo a pochi giorni dalla chiusura totale dello stabilimento”. Presente anche il deputato Pd Virginio Merola, e sindaco della città dal 2011 al 2021. “In parlamento abbiamo portato l’istanza dei lavoratori di Iia e il ministero ci ha rassicurato – apre Merola -. Chiediamo di rispettare gli accordi e garantire occupazione per questa realtà storica della città”. Al suo fianco c’è il deputato dem Andrea De Maria. “Urso in aula ha risposto alla mia interpellanza dando garanzie sull’affidabilità della nuova proprietà. Poi la doccia fredda di agosto ci ha spiazzato, anche se avevamo segnalato il fatto che dare a un privato questo asset rischiava di farcelo perdere”, chiude De Maria.