Bologna, 25 giugno 2018 - Altro che 'cartoline' bucoliche e mercati di provincia, quello dei prodotti biologici è un giro d'affari che vale 5,4 miliardi di euro, con un volume di esportazioni (1,9 miliardi) secondo solo a quello degli Stati Uniti. Merito della grande biodiversità del nostro Stivale, di un settore agroalimentare che si estende per oltre un milione e mezzo di ettari di superficie coltivati e 72.154 aziende certificate. Ma non solo; il nostro paese vanta un sistema di controllo fra i più avanzati e apprezzati a livello globale: è quello costituito da Assocertbio, l'associazione nazionale che raggruppa i principali organismi di controllo del biologico. Ma qual è il ruolo di questi 'investigatori'? Prima di tutto certificare la qualità del prodotto attraverso processi di verifica, stesura di relazioni tecniche e certificati di conformità, per un totale di oltre 93.000 visite ispettive all'anno. E' un po' quello che ha cercato di spiegare oggi – nel secondo di un ciclo di otto incontri nel Green Lounge di Galleria Cavour - la fondazione Biohabitat. Il meccanismo che sta dietro il mercato del biologico rimane spesso nell'ombra, infatti a balzare all'onore delle cronache sono solamente i maxi sequestri, tonnellate di 'falsi bio' tolti dal mercato. Ma la storia degli organismi di controllo, società private che hanno il compito di verificare l'effettiva provenienza di un prodotto e segnalare le anomalie alle autorità competenti, risale a circa 30 anni fa. Da allora di passi avanti ne sono stati fatti: dalle norme sull'etichettatura al codice dell'organismo di controllo, dal luogo di produzione al confezionamento. E' grazie anche a questi sistemi tutti italiani se c'è una storia di successo, ora non rimane altro che raccontarla, ricordandosi che nel 2017 il livello di irregolarità dei prodotti biologici è stato del 5,6%, ben al di sotto di altre nostre eccellenze come i prodotti tipici (17,2%) e i vini (22,2%).
EconomiaBologna, il biologico italiano è il più garantito