Bologna, 8 luglio 2022 - Il dinamismo del mercato immobiliare è in crescita, ma il rischia di spegnersi è reale. E sono tre i fattori che minacciano l’andamento, finora positivo, del settore: l’aumento dei tassi d’interesse dei mutui, la minore disponibilità delle banche a concedere prestiti e l’impoverimento delle famiglie a causa dell’inflazione. È quanto emerge dal report di Nomisma, Società di consulenza Strategica e Aziendale, che ieri ha presentato il secondo Osservatorio sul mercato immobiliare 2022.
Nonostante la pandemia, infatti, il mercato residenziale bolognese è torato ai livelli del 2019 con una dinamicità eleveta confermata da un numero di compravendite totali che ha superato le 6.500 transazioni. A prescindere dal riequlibrio del mercato, infatti, i valori di compravendita delle abitazioni usate sono aumentati del 3,5% su base semestrale e del 5,1% su base annuale. Numeri positivi anche sulle case nuove, mentre i tempi di vendiata si sono ridotti e attualmente occorrono 4,3 mesi per acquistare un’abitazione nuova e 4 per una usata.
Ma questo rassicurante scenario potrebbe peggiorare. A preoccupare maggiormente Nomisma sono le famiglie per le quali l’acquisto di un’abitazione è vincolato dal mutuo.
"Le banche temono un peggioramento delle condizioni delle famiglie e ritorna lo spauracchio delle insolvenze", precisa l’ad di Nomisma, Luca Dondi.
Il settore della locazione, invece, anche se continua a essere dinamico grazie a una domanda in costante ripresa, a causa della scarsità di alloggi in affitto ha visto a un ulteriore rialzo dei canoni del 2,7% nel primo semestre del 2022. Tuttavia i tempi medi di locazione si sono ridotti al minimo: 1,5 mesi in media per il nuovo e 1,8 per l’usato.
Per quanto riguarda il comparto non residenziale ci sono stati dei segnali di ripresa rispetto al biennio precedente. In particolare le transazioni dal 2020 al 2021 sono aumentate del 31% per gli uffici e del 27% per i negozi, pur non avendo ancora recuperato i livelli del 2019. I prezzi degli uffici sono aumentati dell’1,5% nella prima parte dell’anno e si tratta del terzo semestre cosecutivo di variazioni positive: "Non accadeva dal 2008", sottoliena Dondi. Sui tempi medi di vendita per gli uffici si è passati da 8,5 mesi a 8 mesi in un semestre, mentre per i negozi il passaggio è stato da 8,5 mesi a 7,8 mesi.
Sul fronte della locazione la situazione appare meno vivace. Per gli uffici i canoni medi sono aumentati dello 0,9% in un semestre, mentre i tempi medi di locazione di un ufficio si sono ridotti da 6,5 mesi a 6 mesi in media.
Discorso opposto per i negozi, dove i canoni diminuiscono del -0,7% sul semestre e del -1,0% sull’anno. La scarsità di domanda rispetto ad un’offerta in aumento è anche il risultato del post pandemia, molte società non riescono più a sostenere i costi di affitto di negozi.