Bologna, 30 ottobre 2023 - Un incontro in Salaborsa per fare il punto su quattro aziende del territorio che vivono una crisi profonda. Marelli, la Perla, l’ex Saeco e Industria Italiana Autobus: quattro realtà diverse tra loro, ma legate da un fil rouge unico, cioè l’incapacità di trovare serenità e un futuro per i lavoratori incerti e preoccupati, se pur con motivazioni e situazioni molto differenti.
Il sindaco Matteo Lepore lo mette subito in chiaro: “Ho voluto convocare qui queste realtà, nel palazzo del Comune, per sottolineare la mia attenzione e il mio impegno verso queste realtà”. L’obiettivo è dare voce ai lavoratori e alzare l’attenzione sulle imprese in difficoltà.
Le aziende in crisi
Da La Perla, “che vive una situazione di pirateria finanziaria” come commenta Vincenzo Colla (assessore regionale al Lavoro), alla Marelli, che forse ha trovato uno spiraglio di luce nella possibilità di cinque acquirenti che si sono fatti avanti per rilevare lo stabilimento di Crevalcore; dall’ex Saeco, su cui oggi pomeriggio è previsto un tavolo in Regione - ma su cui “manca ancora un piano industriale” (lamenta la delegata Simona Greco) - all’ex Bredamenarini, ovvero Industria italiana autobus, con criticità che vanno avanti da oltre 10 anni e una situazione a livello locale che ha visto i lavoratori passare da 600 a poco più di 160.
Le aziende in crisi chiedono serietà, considerazione, soprattutto piani industriali trasparenti e strutturati, che mirino a una vera ripresa e a un risanamento.
La Perla
“La Perla è un marchio grande, con grandi competenze, e non troviamo nessuna ragione valida per permettere a uno speculatore di annullare il progetto nato dall’idea di una grande donna (Ada Masotti, ndr)”, commenta Antonella Grasso Greco, delegata del brand di lingerie. “Dal 2018 abbiamo assistito a un progressivo depauperamento dell’azienda, abbiamo subito varie ristrutturazioni: all’epoca eravamo 1400 dipendenti in quattro stabilimenti, oggi siamo solo 300 in un unica sede: ecco lo specchio di quanto subito in questi anni”.
Marelli
“I piani ancora non li abbiamo visti - chiosa dal canto suo Mimmo Lisi, delegato Fiom-Cgil per Marelli -. Avremo un incontro in Regione il 3 novembre e in ministero il 9. Speriamo di capire come sono strutturati questi piani industriali, perché per ora c’è stata solo superficialità”. Si tratterebbe nello specifico di quattro realtà italiane e una multinazionale straniera, probabilmente del nord Europa.
Ex Saeco
“Nuovi licenziamenti? Speriamo di no - ribatte Simona Greco, delegata dell’ex Saeco -, ma bisogna vedere quante macchine produrremo, perché la produzione è in base al numero dei lavoratori e, ad oggi, ancora non abbiamo un piano industriale”. Il leitmotiv sembra molto simile alle altre aziende in crisi.
Industria Italiana Autobus
“La situazione si trascina da anni, direi almeno 12 - aggiunge Maurizio Muzzicato, delegato per Industria Italiana Autobus -. Eravamo in 600, oggi siamo 164: non c’è una politica industriale, si parla tanto a livello nazionale, ci si riempie la bocca di paroloni come transizione ecologica e quant’altro, mentre noi saremmo anche in grado, con esperienza dei lavoratori, di attuare questo. Ma la verità è che non c’è volontà di produrre bus”.
Il sindaco e l’assessore Colla
Poi il punto delle istituzioni: “Gestiremo queste situazioni una alla volta, perché non ne vogliamo perdere neanche una” fa il punto Vincenzo Colla.
Matteo Lepore da parte sua puntualizza: “Noi saremmo insieme con voi anche dopo la fine: ci siamo prima, durante e anche dopo. Non siamo qui solo per favore un’iniziativa, ma anche per porci una domanda insieme e per questo ringrazio l’assessore Colla, presente a tante vertenze e ai tavoli. E noi insieme dobbiamo non solo fare battaglie per difendere il lavoro, ma anche battaglie per una politica industriale del nostro territorio”.
E continua: “Avete tanta passione, lo abbiamo sentito anche dai tamburi in questi anni in cui vi siete battuti più volte per salvare le vostre aziende. Ma servono anche le idee della politica e la voglia delle istituzioni di mettere in campo una proposta industriale per il territorio, il Paese e l’Europa. Questi quattro striscioni appesi intorno a me sono motivo di riflessione rispetto a questo tema. Porteremo qui, in questa piazza coperta, la discussione sugli Stati Generali dell’industria. Organizzerò un incontro dove non solo faremo un elenco delle ferite, ma in cui discutiamo su cosa possiamo fare insieme per salvaguardare posto di lavoro e aziende. Non c’è futuro per l’industria se dentro l’industria non ci sono le persone”.