CRISTINA DEGLIESPOSTI
Economia

La linea di Confindustria: “Rete tra i vari aeroporti. A Bologna chiediamo servizi di alto livello”

La presidente regionale Sassi: “Un hub internazionale come standard”. Gli industriali invocano una regia unica orientata al lungo periodo: “Il settore del traffico aereo è destinato a crescere, inutile ignorarlo”

La presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Annalisa Sassi

La presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Annalisa Sassi

Bologna, 30 luglio 2024 – “Cosa ci si aspetta dall’aeroporto di Bologna? Un livello di primario standing». Nulla di più, nulla di meno. Lo chiede il sistema industriale di una delle regioni più produttive d’Europa, stanca – come molti – di avere nel ’Marconi’ un biglietto da visita non all’altezza di un territorio che esporta il suo nome e i suoi marchi nel mondo. La presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi non entra in polemica, né imputa ad alcuno in particolare responsabilità per la situazione creatasi, ma indica lo standard che ci si attende da Bologna: “Quello di un aeroporto internazionale a tutti gli effetti, se non Francoforte almeno si guardi a Monaco o ad altri grandi hub”.

Presidente, cosa le riferiscono gli associati?

"Il problema è vivo e molto sentito. Bologna è lo scalo di riferimento della regione e di una parte importante del nord Italia. Una parte attiva economicamente, popolosa: il livello delle infrastrutture deve essere adeguato alle aspettative di una regione che si vuol porre tra i massimi sistemi industriali moderni”.

Qual è il suo punto di riferimento?

“Sono da poco rientrata da New York dove stanno rifacendo tutti gli aeroporti, stanno investendoci per essere all’altezza di una richiesta sempre in maggior aumento”.

JFK, LaGuardia, Newark: un network che un po’ assomiglia alla nostra geografia diffusa di scali.

“L’Emilia-Romagna è una regione particolarmente vivace, perché allora non un network di aeroporti? C’è un chiaro sovraffollamento su Bologna, ma Parma, Forlì e Rimini potrebbero accolgliere una redistribuzione dei carichi. La industry aeroportuale prevede un aumento del traffico aereo nei prossimi anni, è un settore che sta crescendo costantemente. In soli quattro anni è aumentato del 40%, è controproducente non tenerne conto”.

È certa che poi non sorgeranno mal di pancia proprio tra le imprese di fronte a una redistribuzione su quattro città?

“Noi auspichiamo una regia regionale, magari anche a guida dell’Aeroporto di Bologna. Ma dobbiamo pensare a un’offerta moderna e aggiornata, come stanno facendo altre grandi città nel mondo. Serve un ragionamento di lungo periodo, con servizi di lungo periodo e all’altezza. Bologna non ha nemmno i fingers (i tunnel d’imbarco che portano i passeggeri direttamente dentro i vettori, ndr). Ecco perché auspichiamo l’avvio di un tavolo di coordinamento”.

Sassi non presidente di Confindustria ma comune cittadina: qual è il disservizio che ritiene più insostenibile?

“Il sovraffollamento e parlo proprio, in generale, della quantità di persone chiamata a muoversi nello stesso momento, negli stessi spazi, per imbarcarsi. Ma non voglio fare polemica, solo porre un tema: serve una progettualità di alto livello e di lungo corso”.

Spalmare la mobilità aerea di una regione su quattro città implica però un’efficientissima rete infrastrutturale di collegamento: ricorda vero che per realizzare il People Mover a Bologna (la monorotaia di collegamento tra la stazione dei treni e il Marconi) sono serviti più di 15 anni?

“Mi auguro che non si ripeta la stessa situazione. Il sistema aeroportuale, come l’alta velocità, fa parte della crescita regionale. Gli operatori economici, così come turismo di massa hanno aspettative: servizi all’altezza”.