ROSALBA CARBUTTI
Economia

Lavoro, la proposta di Veronesi: "Benefit e welfare per attrarre manodopera"

Il presidente della Camera di Commercio: "Mancano oltre 27mila addetti: camerieri, cuochi, ingegneri. Servono benefit su alloggi, trasporti e cultura. Lavoro povero? Non vedo stipendi fuori regola"

Camerieri in un ristorante, foto generica

Camerieri in un ristorante, foto generica

Bologna, 29 aprile 2024 – Cercansi personale disperatamente. I dati della Camera di commercio di Bologna parlano chiaro: fino a giugno le imprese hanno bisogno di 27.420 persone, più di 8mila posti disponibili solo ad aprile. Facendo una ’classifica’ delle figure più richieste del mese quasi concluso, spiccano esercenti e addetti alle attività di ristorazione (980 persone), lavoratori non qualificati per i servizi di pulizia (780) e addetti alle vendite (690). Molte chance di occupazione anche per chi consegna merci, addetti alla segreteria, tecnici, operai specializzati, addetti all’accoglienza e ingegneri. Valerio Veronesi, presidente della Camera di Commercio, conferma le difficoltà di reperimento di tali professionalità: "Più della metà delle figure ricercate non si trova. Il problema non è legato alla formazione inadeguata, ma alla mancanza di candidati".

Qual è la soluzione?

"Non si può fare altro che campagna acquisti. La formazione nel nostro territorio si fa. Tant’è che come Camera di Commercio abbiano anche deciso di rifinanziare il 50% degli interventi in tal senso delle associazioni datoriali. Con un tasso di disoccupazione che si avvicina al 3,5%, l’unica risposta è attrarre talenti".

La Regione ha fatto una legge apposta...

"Benissimo. Si deve andare proprio in questa direzione. Vieni qui a lavorare? Ti garantiamo alloggio, formazione, supporto".

Le aziende, però, devono fare la loro parte?

"Già lo fanno. Il nodo è proprio questo: non si possono lasciare sole. Quando parlo di campagna acquisti credo che debba intervenire il Comune, ad esempio. Magari riducendo le tasse, dare qualche benefit sui trasporti, sulla cultura. A Bologna, come in tante altre città, c’è la bestia nera del caro-affitti. Ma calmierare i canoni non è semplice: credo che si possa agire di più su qualche ’attrazione’ che incida sulla qualità della vita. E a Bologna, su questo, siamo bravi".

Non crede che una delle operazioni da fare sia alzare i salari, soprattutto in certi settori, come lamentano i sindacati?

"La mancanza di manodopera è trasversale. Si ricercano camerieri, cuochi, autisti. Ma anche ingegneri meccatronici. Non condivido la polemica sul lavoro povero: nel nostro territorio c’è un tessuto associativo capace e serio, dubito che ci siano stipendi fuori dalle regole e dai contratti collettivi".

Resta il fatto che le figure che più mancano sono nel turismo e nel commercio...

"In 10 anni si sono moltiplicati ristoranti, pub, negozi. È una questione di domanda e offerta. In una parola: il mercato".

Dai dati della Camera di commercio, però, si evince un altro fattore: i contratti previsti sono al 70 per cento precari...

"Sì, ma in questa percentuale bisogna considerare anche la componente del lavoro stagionale. Quello di cui sono certo è che, dal parrucchiere alla Ducati, chi assume una persona punta a tenerla...".

L’Emilia-Romagna ha da poco incassato il via libera dal ministero per l’apprendistato estivo per i minorenni. Un aiuto vista la carenza di manodopera?

"Non mi convince in verità. I ragazzi devono studiare: avranno poi tutta la vita per lavorare".

Bologna – secondo le vostre stime – crescerà dell’1%. Come commenta il dato?

"Facciamo meglio di altri, ma con l’1% si fa poco. Per dare una spinta al Pil servirebbe garantire bonus alle imprese all’interno del piano 5.0 anche relativamente all’acquisto di macchinari a risparmio energetico".