BENEDETTA CUCCI
Economia

La rivoluzione della lingerie: “Così nacque il mito La Perla”

Alberto Masotti racconta l’epopea del marchio bolognese, ora passato di mano e in profonda crisi: “Tutto iniziò con mia madre nel 1945. Ma il nome era un altro, fui io ad avere l’idea: mi ispirai a un film”

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La Perla, la rivoluzione della lingerie

Bologna, 1 novembre 2024 – La Perla compie 70 anni e il traguardo di un’azienda simbolo del Made in Italy, che da Bologna ha saputo rivoluzionare il mondo della lingerie facendolo diventare icona di moda, diventa un libro dal titolo “La nostra Perla” (Minerva), scritto da Alberto Masotti, figlio di Ada Masotti (detta “forbici d’oro”, la fondatrice) ed ex presidente del gruppo La Perla, ora alla guida della Fondazione Fashion Research Italy.

Masotti, classe 1936, racconta gli anni d’oro, dal 1945 al 2007. Nell’ottobre 2008 l’azienda venne venduta a JH Partners, una società di private equity di proprietà del finanziere americano John Hansen con sede a San Francisco e da allora è stata più volte rivenduta, fino all’ultimo fallimento del 2023, in Inghilterra, sotto la proprietà della società Tennor. Rimasta chiusa ininterrottamente per tutta la prima parte del 2024, da settembre scorso l’azienda è operativa a Bologna con una cinquantina di lavoratrici del settore della produzione. Gli altri dipendenti sono in cassa integrazione e circa 60 del reparto staff e retail vedranno la fine degli ammortizzatori a fine anno. Il libro verrà presentato l’8 novembre alle 18,30 alla Fondazione Fashion Research Italy in via del Fonditore 2, a Bologna. Alla grande avventura del La Perla dedichiamo oggi il podcast de Il Resto di Bologna, ascoltabile su Spotify.

Cavalier Masotti, la sua narrazione inizia nel 1945, a fine guerra. Le bombe infransero i sogni di sua madre, che già da bambina prometteva di divenire una maestra della corsetteria. Poi cosa successe?

“Credo che a quel tempo tantissimi italiani siano stati fortificati dalla guerra. In quegli anni venne fuori il primo marchio di mia madre, nel 1945. Il fatto di avere patito la fame ebbe un certo rilievo quando scelse il primissimo nome, prima della Perla, che era Ape, perché l’ape era l’animale che dava il miele, ti ricordava il benessere anche fisico, era il ritorno a una situazione sociale in cui si poteva vivere con serenità. L’arte di ’forbici d’oro’ è stata vincente”.

Il marchio La Perla come nasce?

“Durante una riunione famigliare, eravamo i miei genitori ed io, si affrontò il discorso di aprirsi al nuovo, perché non erano più i tempi di Ape, mangiavamo le tagliatelle, stavamo bene. Raccontai ai miei genitori di aver visto un film, uno dei primi in technicolor che venivano proiettati al cinema Medica. Era una storia ambientata alle Hawai e mostrava degli indigeni che si buttavano in mare, facevano metri e metri e venivano in superficie con una perla meravigliosa, bianca, liscia, aualcosa di lunare….il racconto incontrò l’approvazione e si passò da Ape a Perla. Andammmo a preparare il nuovo packaging”.

Come avvenne il suo ingresso in azienda?

“Ad un certo punto mi sono trovato davanti a una decisione. Avrei dovuto fare il medico, visto che mi ero laureato in medicina, ma abbandonai a causa di un episodio che mi deluse parecchio. Ed ero già fidanzato con Olga Cantelli, che frequentava la famiglia e che poi divenne mia moglie… Mi ricordo che una sera su una panchina ai Giardini Margherita parlavamo di varie cose, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo ancora di più unito le nostre vite. È stato in quel momento che ho pregato Olga di venire a lavorare in azienda”.

Come vede il mondo della moda oggi?

“L’imprenditoria della moda sta scomparendo, sono cambiate le condizioni sulle quali fare una buona imprenditoria. Ma mi sembrava pazzesco che La Perla, un fetta importante dell’imprenditoria italiana e anche del mondo, non venisse ricordata. Per questo ho fatto il libro”.