ANDREA BONZI
Economia

Bologna capitale degli ’inventori’: boom di brevetti europei

Sono quattromila in 15 anni. Le aziende della nostra città sono seconde solo a Milano, nei dati della Camera di commercio. Il presidente Veronesi: "Significa adottare oggi le migliori tecnologie, per difendersi domani"

Bologna al top per numero di brevetti depositi

Bologna, 28 agosto 2023 –  Sarà il retaggio di Guglielmo Marconi (che, il prossimo anno, festeggia i 150 anni dalla nascita), ma Bologna si conferma capitale degli ’inventori’.

Un termine forse improprio, ma che rende l’idea per l’altissimo numero di brevetti depositati in Europa negli ultimi 15 anni: ben 4.007, secondo l’analisi effettuata da Unioncamere–Dintec sulla base di quelli pubblicati dall’European Patent Office (EPO).

Se il 2021 aveva segnato una lieve battuta d’arresto, il 2022 è invece ripartito di slancio, con una crescita delle domande di brevetto bolognesi del +13,6%. Un numero che certifica la grande vitalità delle nostre aziende, una voglia di investire nella ricerca e nel miglioramento di nuovi prodotti fondamentale per essere competitivi sul mercato continentale e globale.

Analizzando gli ultimi dati disponibili, nel solo 2022 i brevetti bolognesi depositati all’Epo sono stati 314 (quasi il 7% del 4.773 depositati a livello nazionale, e il 40% dei 783 regionali): nella top 10 a livello provinciale, Bologna è seconda dietro solo a Milano (largamente al primo posto, con 726 brevetti depositati nel 2022) e in linea con Torino (con 314 brevetti depositati in più in corso d’anno). E si conferma in prima posizione per numero di brevetti depositati ogni mille imprese attive: a Bologna sono 3,71, a fronte dei 2,33 raggiunti da Milano e di una media nazionale dello 0,93. A farla da padrone è il gruppo Coesia (che comprende la Gd), con 91 richieste di brevetto europeo, prima in Italia per distacco (segue Pirelli con 47).

"Siamo la città delle torri - osserva Valerio Veronesi, presidente della Camera di commercio di Bologna - e io credo che oggi depositare un brevetto sia analogo a quello che era la costruzione di torri nell’antichità. Perché brevettare significa adottare le migliori tecnologie disponibili oggi, per difendersi domani. Significa porsi l’obiettivo di guardare lontano e farlo da un posto protetto. Significa creare qualcosa di unico, bello e utile che possa durare nel tempo per risolvere problemi. Anche quando tutto cambia attorno a te".

Molti di questi brevetti, lo si intuisce dall’iter che necessariamente hanno, sono frutto di un lavoro svolto durante la pandemia, "in un momento - continua Veronesi - in cui potevano spostarsi solo dei file, quando non era possibile fare prove in azienda. Sono il frutto di decisioni di imprenditori che hanno tenacemente investito quando il mondo era completamente bloccato: in quei giorni di paura e dolore hanno immaginato che futuro poteva esserci dopo".

Un brevetto bolognese su tre nel 2022 è relativo alle Ket (Key enabling technologies: biotech, fotonica, materiali avanzati, nano e micro–elettronica, nanotecnologie e manifattura avanzata), le tecnologie che la Commissione Europea ha definito abilitanti, nelle quali peraltro Bologna primeggia, con 106 domande sulle 985 depositate a livello nazionale, con una quota dell’11%.

In particolare, 99 dei 314 brevetti depositati nel 2022 (il 31,4%) riguardano l’ advanced manufacturing , l’insieme delle tecnologie che afferiscono al mondo dell’automazione industriale, dei robot e dell’intelligenza artificiale. Nove, infine, le domande di brevetto green depositate all’Epo, di cui 4 dedicate all’immagazzinamento dell’energia, il 3% delle 290 domande nazionali, e poco meno della metà di quelle depositate a livello regionale (21).

“È importante scegliere di investire in tecnologie abilitanti e green - osserva Veronesi - Significa che, ora, ci sono persone che stanno cavalcando le reti di supercalcolo, stanno immergendosi nell’intelligenza artificiale e creando sinergie mai finora immaginate grazie alla data valley collegata al Tecnopolo". Ovviamente, gli ostacoli non mancano, a iniziare dall’aumento dei tassi degli ultimi mesi, che minacciano, appunto, gli investimenti.

 "Ma occorre anche valorizzare chi in questo momento sta costruendo la strada per il nostro nuovo futuro. È per questo che il nostro mantra è attirare qui talenti e intelligenze", chiude Veronesi.

a.bo.