MARIATERESA MASTROMARINO
Economia

Hera, ecco il Patto del buon lavoro: "In arrivo 2.600 assunzioni"

L’accordo coi sindacati. Previsti anche 225 euro in più di premio e permessi extra ai genitori. Quote per i centri estivi e il babysitting

Da sinistra, Massimo Cenciotti, Fabrizio Pancino, Antonello Assogna, Alessandro Camilleri, Cristian Fabbri, Ilvo Sorrentino, Romeo Bregata e Fabio Gigli

Da sinistra, Massimo Cenciotti, Fabrizio Pancino, Antonello Assogna, Alessandro Camilleri, Cristian Fabbri, Ilvo Sorrentino, Romeo Bregata e Fabio Gigli

Bologna, 5 luglio 2024 – "Un modello di impresa del futuro", frutto del lavoro congiunto di otto lunghi mesi con le organizzazioni sindacali, che valorizza la figura del lavoratore come persona, affrontando le attuali sfide e transizioni.

È questo il ’Patto del Buon Lavoro’ firmato dal Gruppo Hera e dalle sigle sindacali, articolato su cinque pilastri: sicurezza, appalti, inclusione, benessere e sostenibilità.

Un documento "innovativo e pragmatico", senza precedenti in Italia, visto che, da quest’anno fino al 2027, prevede 60 milioni di euro in formazione, di cui 20 milioni da investire nella sicurezza sul lavoro, e 2.600 assunzioni, delle quali 200 internalizzazioni.

"Vogliamo essere un esempio di come l’impresa possa rappresentare un motore di cambiamento positivo, costruendo insieme un futuro più inclusivo, sostenibile e sicuro – afferma il presidente esecutivo di Hera, Cristian Fabbri –. Il nostro purpose aziendale risponde a una più ampia convinzione: quella che la valorizzazione delle persone che lavorano nel gruppo sono fondamentali per garantire la crescita e la solidità dell’azienda".

Cresce anche il valore condiviso, con un incremento progressivo annuale del premio di 225 euro l’anno nel triennio 2025-2027.

In merito agli appalti, invece, il protocollo del Gruppo Hera è già "innovativo – sottolinea Fabbri –. Ma il nostro impegno sta nel trovare elementi innovativi ulteriori innovativi per la tutela delle imprese che lavorano con noi".

In programma ci sono diverse iniziative di welfare a sostegno della genitorialità: sette giorni di permessi retribuiti extra nel primo anno di vita dei figli, altri due giorni nei primi tre anni, e uno per accompagnare i bimbi nel primo giorno di scuola elementare.

Sono disponibili 990 euro per ogni figlio all’anno in età di nido, 500 euro per la materna, 100 per l’elementare e 120 euro all’anno per le secondarie. Poi, quote per i centri estivi e il baby sitting, e cinque giornate gratis di supporto psicologico per genitori e figli.

Oltre a questo, permessi per studio, smart working e contrasto alla violenza di genere.

La firma arriva dopo uno sciopero a maggio e uno scongiurato a giugno. E l’intesa è stata raggiunta, dopo una trattativa a volte aspra.

"Ma l’analisi dei bisogni era identica, cambiava solo la soluzione", precisa Massimo Cenciotti, segretario nazionale Fp-Cgil. "L’azienda ha scelto una logica industriale rispetto a una finanziaria, investendo sulle persone", dice Ilvo Sorrentino, Filctem-Cgil. Per Romeo Bregata di Femca-Cisl, "il patto, un modello industriale fondato sulla partecipazione, deve essere un punto di partenza".

Termina Fabio Gigli (Uiltrasporti-Uil): "Avevamo bisogno di ridisegnare un modello di impresa, di relazioni tra lavoratori e aziende: ci siamo riusciti".

Alla presentazione del Patto, per Hera, anche Alessandro Camilleri, direttore centrale personale e organizzazione, e Fabrizio Pancino, responsabile relazioni industriali.