PAOLO ROSATO
Economia

Fico, la nuova sfida di Oscar Farinetti: "Chiedo scusa a Bologna, ecco il piano di rilancio"

L’imprenditore subentra al 100%: "Ripianati tutti i debiti". "Scuole, fitness, eventi, famiglie: le persone devono tornare". L’autocritica: "Negli ultimi tre anni poco presente: un errore"

Oscar Farinetti ci mette la faccia: vuole rilanciare Fico

Debiti di gestione ripianati – rientro di 12 milioni di euro nel triennio ’23-’25 –, nessun lavoratore lasciato a casa, ammortizzatori sociali esclusi, tutti i partner confermati, robusto piano di rilancio con filotto di incontri in presenza e strascico motivazionale "oltre le previsioni", detto da chi c’era. Con la Cgil, da tempo preoccupata per le sorti dei lavoratori, che al termine del summit con lui si è detta "più leggera". L’arrivo di Oscar Farinetti in città ha portato tutto questo, uno stormo di buone notizie per Fico, un sogno imprenditoriale che finora proprio non ha ingranato, e che con Farinetti che diventa plenipotenziario cercherà la sfida delle sfide: farsi amare dai bolognesi, farsi amare dagli studenti, convincere i turisti stranieri, attirare meglio quelli italiani. Farinetti si prende il parco per 10 anni e lancia la sfida a se stesso, con suo figlio Andrea presidente e Piero Bagnasco nuovo Ad. Fiere, esperienze enogastronomiche più accattivanti, connessione sentimentale con la città, un fitness center, lo stadio temporaneo del Bologna calcio, la rivisitazione del biglietto di ingresso consentendo l’accesso gratuito e prevedendo il pagamento delle sole attività, la diffusione di una tessera Fico a tutte le famiglie di Bologna e delle zone limitrofe: la ‘rabbia giovane’ riparte da qua. Con occhio di bue sul 2026, quando l’obiettivo sarà attaccarsi al tram per volare, non per piangere. Con un fatturato nel mirino, sempre tra tre anni, che arrivi a 34 milioni di euro. "Siamo contenti del piano di rilancio presentato e dell’impegno confermato da Oscar Farinetti – sottolinea Alessandro Bonfiglioli, direttore generale del Caab –, crediamo che sia la volta buona per mettere a regime l’investimento, sia per la società, sia per la città". Sollevati, come detto, i sindacati. "Ci rivedremo a luglio e, che dire: Farinetti ci ha messo la faccia, ci crede molto e noi vogliamo crederci – spiega Daniela Dessì, funzionaria della segreteria Cgil Bologna che segue Fico –. Bene i tagli zero, bene i rapporti con i sindacati ripresi, bene il clima di fiducia. Noi adesso vigileremo costantemente".  

di Paolo Rosato

Oscar Farinetti ama Bologna?

"Se amo Bologna? Ma la amo da morire", spiega il celebre imprenditore piemontese che ha fondato, tra le altre cose, Unieuro e Eataly e che ha appena ripreso Fico per la buccia.

E qual è stato il problema di questi anni?

"Il problema è che abbiamo sbagliato e quindi vogliamo chiedere scusa. Qui però c’è un piano rilancio guidato da un grande entusiasmo, i partner sono ‘gasati’, vogliamo investire, vogliamo moltiplicare gli eventi, desideriamo trovare l’idea giusta per far tornare le persone".

Da Bologna sono piovute un bel po’ di critiche su Fico.

"Bologna è stata un po’ critica, ma quello delle critiche è il dramma di ogni imprenditore, bisogna conviverci".

È stato un errore il primo cambio, quello dalla gestione Primori alla gestione Cigarini?

"Non voglio dare la colpe a nessuno, inutile tornare sul passato. Posso dire che la mia famiglia, negli ultimi tre anni, ha prestato poca attenzione al parco e non lo rifarei. Ma adesso prendiamo tutto in mano noi. Vogliamo avere successo con i turisti stranieri, con i visitatori italiani, con i bolognesi. Dobbiamo avere un programma chiaro: se si promette, bisogna mantenere. Bisogna tornare in utile".

Che tempi ci sono?

"Ci insedieremo ufficialmente tra il 23 e il 30 maggio. Vogliamo completare l’analisi della situazione entro giugno e, ai primi di luglio, rincontreremo tutti. Entro Natale 2023 abbiamo l’obiettivo di tirare già fuori qualche idea giusta. Per il 2024 il progetto deve essere già completo, poi vogliamo un bel 2025 e Fico al top nel 2026, con l’arrivo del tram e con lo stadio temporaneo del Bologna".

I debiti sono stati completamente ripianati?

"Esattamente. Eatinvest della famiglia Farinetti entra al 100%, e devo dire splendido il lavoro di Coop che ha messo le risorse necessarie per la parte immobiliare (inoltre Prelios Sgr, che gestisce il fondo Pai, ha siglato un pre-accordo di ammortamento con la banca, ndr )".

Riavvolgiamo il nastro della giornata dell’assemblea dei soci e poi dell’incontro.

"Una giornata molto bella, ho incontrato tutti gli azionisti della parte immobiliare coordinati dalla Prelios, i partner, i sindacati e i lavoratori, i primi da informare".

Nome del nuovo corso?

"Fico Revolution".

Obiettivi?

"In primis migliorare il rapporto con la città. Non può esistere che un bolognese, un imolese o un modenese debbano pagare un biglietto per venire a mangiare all’interno di Fico".

Ma terrete il biglietto per delle singole esperienze?

"Vedremo, forse. Sicuramente Fico deve essere un faro per l’educazione agro-alimentare di tutte le scuole: voglio 50 pullman al giorno di studenti".

Volete tornare alle origini .

"Il primo anno nei numeri è stato un successone. Le persone devono tornare, ecco altri obiettivi: fiere continue, eventi moltiplicati, kermesse anche monotematiche, marchi di salumi e formaggi, e serve un grandissimo rapporto con i consorzi".

Sport al centro?

"Arriverà lo stadio del Bologna (entro la prima metà di giugno dovrebbe arrivare il progetto definitivo dello stadio provvisorio rossoblù, ndr ), legheremo il tutto con un fitness center, rapporti diretti con dei trainer . E poi degustazioni e partnership con le eccellenze, cultura, uno studio televisivo con accordi con reti tv per lo svolgimento di programmi sul cibo".

Il più fortunato ‘Luna Farm’ di Zamperla rimane dov’è?

"Certo, ma va collegato meglio al resto del parco, il parco di Zamperla viaggia un po’ troppo separatamente. Più in generale dobbiamo migliorare nel nostro rapporto con le famiglie, tenendo unite l’offerta multipla del parco e l’offerta del Luna Farm: tutto va integrato meglio. Analizzeremo tutto al meglio nei prossimi due mesi".

In definitiva, stavolta o la va o la spacca?

"Noi ci crediamo tanto, vogliamo investire, mi butto in questo grande rinnovamento in prima persona. I partner sono contenti, restano tutti e ne avremo di nuovi, non c’è nessun taglio sui dipendenti, nessuna cassa integrazione. C’è un progetto di dieci anni e noi non molliamo".