GIOVANNI DI CAPRIO
Economia

Bologna, emergenza casa: "Legge anti affitti brevi"

Allarme dagli Stati Generali dell’Università. Schlein: "D’obbligo delle regole"". Aumenti in un anno del 20% per una stanza: si pagano 740 euro al mese.

Bologna, 14 ottobre 2024 – Prezzi troppo alti, un mercato ormai bloccato e svuotato, e una turisticizzazione dell’offerta senza precedenti. Questo ha portato Bologna in cima alla classifica delle città europee con un maggior aumento del prezzo di locazione in un solo anno: +20,2% rispetto al 2023 per l’affitto di una stanza singola, ora a 720 euro - un prezzo maggiore rispetto ai 715 euro al mese di Milano -, con aumento superiore rispetto anche a una capitale come Parigi (+18,3%), secondo lo studio di HousingAnywhere.

Dati che riguardano anche gli affitti brevi (sono oltre 4mila gli appartamenti oggi destinati ad alloggi turistici, secondo Confabitare; ndr), e lo spunto arriva dalla segretaria del Pd Elly Schlein. "Serve una legge nazionale per regolare gli affitti brevi. Senza dei paletti a questo fenomeno, diventa impossibile trovare case dove vivere", ha affermato Schlein ieri agli Stati Generali dell’Università.

Bologna, emergenza casa: "Legge anti affitti brevi"
Una delle tante proteste degli studenti universitari: poche stanze, tutte carissime

Passeggiando per Bologna si notano sempre meno annunci di case rispetto al passato e anche cercando su internet è poca l’offerta sia nel centro storico che in periferia.

Infatti, trovare una casa in città è diventato impossibile, d’altro canto, ogni giorno, sono sempre più presenti i lucchetti di Airbnb che contengono le chiavi per le case in affitto. "Proviamo a frenarli, ma serve una legge nazionale", ha detto questa estate anche il sindaco Matteo Lepore. Anche tra gli appartamenti – si legge su HousingAnywhere - Bologna fa registrare affitti decisamente alti: 1.798 euro al mese (+ 5,7%), e quotazioni in Italia dietro a Roma (2.500 euro) e sui livelli di Milano (1.800 euro).

Intanto a cercare risposte sono soprattutto gli studenti, diversi dei quali, ad oggi, a causa dell’aumento dei prezzi e della mancanza di offerta, sono ancora in cerca di una sistemazione. "C’è molta domanda ma l’offerta – annuncia Luca Dondi dell’Orologio, ad Nomisma - preferisce altre soluzioni agli affitti a famiglie e studenti, con l’aggravante che l’aggiunta di studentati è molto più lenta di quanto si pensasse".

In Europa c’è un esempio che ha destato scalpore negli ultimi mesi: è il caso di Barcellona. All’inizio della scorsa estate, il sindaco della capitale della Catalogna, Jaume Collboni, ha annunciato la volontà di riemettere nel mercato residenziale, entro novembre 2028, gli oltre 10mila ‘pisos turisticos’ (alloggi turistici) della città.

Una scelta, quella degli spagnoli, che lascia interdetta Confabitare, presieduta da Alberto Zanni. "Attraverso incentivi fiscali, dobbiamo incoraggiare i proprietari di appartamenti turistici a riemettere le case nel mercato abitativo, per destinarli a studenti, famiglie che faticano a trovare un alloggio in affitto compatibile con il proprio reddito (secondo il Sindacato unitario nazionale inquilini ed assegnatari, si trovano in questa condizione oltre 670mila persone della nostra regione; ndr) e lavoratori", parla Zanni.

Inoltre, una legge nazionale "ha tempi lunghi – parla Dondi dall’Orologio -, meglio capire che senza forme di incentivazione fiscale e di sgravio tariffario la situazione è destinata a peggiorare. È meglio scendere a patti con i proprietari piuttosto che puntare su forme di coercizione che rischiano di essere penalizzanti politicamente e di dubbia efficacia".