Agricoltori, crisi infinita. "Prima l’alluvione, poi il caldo torrido. Disastro nei campi"

Conf agricoltura, Cia e Coldiretti lanciano l’ennesimo allarme: "Dalle piccole alle grandi imprese, tutta la filiera è in ginocchio Abbiamo incontrato Figliuolo, ci aspettiamo aiuti al più presto"

Agricoltori, crisi infinita, prima l'alluvione poi il caldo torrido

Agricoltori, crisi infinita, prima l'alluvione poi il caldo torrido

Bologna, 14 luglio 2023 – L’alluvione, i campi allagati e i raccolti perduti. Poi, una tregua, ma apparente, perché la scorsa settimana il maltempo e le grandinate si sono abbattute in maniera catastrofica sui terreni agricoli. E ora il caldo afoso, che non intende arrestarsi. Anzi, è previsto un weekend di fuoco. Non c’è tregua per l’agricoltura, in balia degli eventi atmosferici e delle calamità che hanno investito il nostro territorio da maggio in poi, senza dimenticare le gelate invernali e primaverili che hanno colpito l’intero settore. Dai piccoli ai grandi agricoltori, passando per le imprese, l’intera filiera è in ginocchio e la conta dei danni prosegue amaramente.

"Il post alluvione ci sta consegnando uno scenario con molteplici criticità che si riflettono sul presente e sul futuro delle aziende agricole – afferma Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna –. I cereali sono una delle colture di riferimento per l’agricoltura bolognese, ma la trebbiatura sta consegnando risultati davvero deludenti: le rese sono in drastico calo, parliamo di circa 40 quintali ad ettaro quando in un’annata normale si oscilla tra i 75 e gli 80. C’è poi il ritorno di una malattia fungina, il ’mal del piede’, collegata al ristagno idrico e all’eccesso di pioggia, che sta colpendo in modo indistinto sia i terreni alluvionati, sia quelli che non erano finiti sott’acqua. Questa fitopatia compromette la qualità del cereale, inficiandone le caratteristiche commerciali, tanto che registriamo quantitativi crescenti di grano che vengono destinati alla produzione di mangimi per gli animali. Ma in collina abbiamo poderi in cui non si riesce ancora a entrare con la mietitrebbia e ad oggi non si riesce a raccogliere il grano, che è un’importante fonte di reddito per le imprese agricole e dà stabilità alla gestione delle stesse".

Il comparto ora va incontro a una profonda crisi: le elevate temperature e il fine settimana si prospetta rovente. "L’esplosione di queste temperature mettono a dura prova la campagna – evidenzia Alberto Notari, presidente di Cia Emilia Centro –. Diversi ortive e seminativi rischiano di avere delle scottature, che portano a un danno quantitativo, perché fanno deperire i frutti. Alcuni agricoltori stanno intervenendo con la pietra naturale Caulino, che riflette la radiazione solare. Al governo chiediamo aiuti, abbiamo già incontrato il generale Figliuolo per l’alluvione. Ma sono state messe in campo anche delle richieste per la tenuta del comparto ortofrutticolo regionale, che tocca anche problemi di manodopera, e il prodotto non sempre riesce a coprire i costi di produzione".

Le organizzazioni di categoria lanciano l’allarme. "Nei campi sono partite le fitopatie causate dall’eccesso di acqua nei campi – illustra Valentina Borghi, presidente Coldiretti Bologna –. La fienagione non sta andando bene a causa dell’acqua e perché alcuni campi non sono raggiungibili per frane o strade interrotte. Il comparto ortofrutticolo vede molte piante che si stanno seccando a causa dell’asfissia radicale, causata dal tempo trascorso sott’acqua. Il caldo ancora non causa danni, ma siamo in fase di preallerta: se dovesse proseguire, si assisterebbe a una minor produzione di latte e di frutti più piccoli".