Bologna, 17 dicembre 2024 – Ormai trovare un appartamento sotto le Torri è più difficile che a Parigi. Basti pensare che Bologna ha ottenuto il (poco invidiabile) primato tra le città europee per l’aumento più corposo dei canoni di locazione in un anno: +20,2% per l’affitto di un monolocale contro il 18,3% della Ville Lumière. Un dato registrato dalla piattaforma HousingAnywhere, che fa il paio con i numeri dell’ultimo report di Federconsumatori, Isscon e Sunia: ‘Uno su dodici. L’Italia in affitto breve’. Perché nel Paese è un locale in affitto su dodici a essere a norma. Lo ha raccontato anche Quotidiano Nazionale, analizzando le grandi città.
A Bologna regna “una condizione vergognosa”:il report passa al setaccio 90 immobili (65 in centro e 25 in periferia, Bolognina in primis) e solo 43 hanno il Cin (Codice identificativo nazionale), una ‘registrazione’ imposta per locazioni turistiche, affitti brevi e attività ricettive. Dal primo gennaio scattano le sanzioni: chi non possiede il Cin rischia una multa da 800 a 8.000 euro, chi non lo espone da 500 fino a 5.000 euro.
Non solo: soltanto 8 appartamenti in affitto breve possiedono tutti e tre i dispositivi di sicurezza obbligatori (cioè estintore, rilevatore per perdite di gas e quello per il monossido di carbonio). E il dato scende addirittura a 5 unità se si guarda alla presenza simultanea di Cin e misure di sicurezza. Un livello di irregolarità maggiore tra i privati rispetto ai professionisti, che aumenta se si esce dalle mura.
“Emergono dati negativi e inattesi – denuncia Marzio Govoni, presidente della Fondazione Isscon –. Ricordo che nel 2023 la Guardia di finanza ha riscontrato come quasi la metà degli immobili sia irregolare. E il numero è sicuramente in aumento”.
Affitti brevi sregolati che finiscono per drogare il mercato abitativo: “Non ci sono fondi per il diritto all’abitare – incalza la vicesindaca con delega alla Casa, Emily Clancy –. Bisogna estendere ad altre città l’Emendamento Venezia, che permette ai Comuni di distribuire le licenze. A Firenze gli affitti brevi sono 13.000, a Bologna 5.000: lo spazio per intervenire c’è. Da gennaio arriverà l’Agenzia per la casa per rimettere in circolo i 13.000 locali sfitti in città, ma serve una normativa efficace”.
Michele Bulgarelli sottolinea che “tra gli under 35 il 62,7% è in affitto, dato che scende al 13% tra gli over 65”. “Giovani e precari sono i più esposti – aggiunge il segretario della Cgil –: la crisi non è uguale per tutti”.
“È necessario tornare allo spirito originario, quando gli affitti brevi erano un integrazione del reddito e non un’attività speculativa”, chiude Francesco Rienzi (Sunia), che sottolinea come ci siano società che gestiscono “oltre 170 appartamenti”.