STEFANO BIONDI
Bologna

Il Bologna o la Nazionale? Donadoni deve decidere in fretta

IL COMMENTO La squadra è tornata indietro a inizio stagione, il mister sembra 'assente': per il bene di tutti, deve decidere cosa farà del suo futuro FOTO Gli scatti del match VOTI Fai la tua pagella

Roberto Donadoni nella sua Bergamo, allo stadio Atleti Azzurri d’Italia (Foto Ansa)

Roberto Donadoni nella sua Bergamo, allo stadio Atleti Azzurri d’Italia (Foto Ansa)

Bergamo, 20 marzo 2016 -  Il peggior Bologna di Donadoni. Un Bologna già impacchettato e spedito al macero allo scadere del primo tempo da un’Atalanta affamata e imboccata da Diamanti, per l’occasione grande ex: un assist e un gol ha firmato Alino, per chiudere in fretta il conto e respingere i fantasmi della retrocessione.

Il Bologna dei giorni migliori non c’è più. Adesso sembra quello di inizio stagione: ha segnato la miseria di un gol nelle ultime cinque partite, ne ha perse due di seguito e non ha più la voglia di crescere in fretta, che lo aveva portato a giocarsela alla pari con le grandi.La sua ultima vittoria risale alla trasferta di Udine, gol di Destro. Il bomber non c’è e gli altri sono imparentati con il gol molto alla lontana.

Ma il problema più urgente che il Bologna deve risolvere è quello dell’allenatore. Che c’è ancora, ma è come se si fosse assentato. E’ andato da qualche parte a riflettere, forse dentro una delle poche cabine del telefono rimaste, dove Tavecchio lo dovrebbe chiamare per dirgli se sarà lui il prossimo Ct della Nazionale che, dopo l’Europeo, perderà Conte.

Non c’è alternativa: l’unico in grado di tenere il Bologna sulla corda fino all’ultima giornata è l’allenatore. Che ha il potere di dire ai giocatori ‘tu vai, tu rimani anche il prossimo anno’. Altri obiettivi, se non quello della conferma in un club ambizioso, che vuole crescere e che paga bene e puntualmente, non ce ne sono. Non può essere la classifica, non può essere la speranza di raggiungere l’Europa. In questo limbo il Bologna galleggia senza avere un direzione da imboccare e, se non riesce a pareggiare senza fare gol, perde.

Donadoni per il Bologna ha fatto tanto. Meglio, però, se adesso compie un ultimo sforzo: quello di dare una risposta sul suo futuro, anche se lui una dalla Federcalcio non l’ha ancora ricevuta. Nell’incertezza, il Bologna sta dilapidando il suo patrimonio e sta vanificando il processo di crescita che proprio un girone fa aveva intrapreso con Donadoni alla guida. Il vento gira in fretta e dopo aver spinto il tecnico verso la baia della tranquillità, ora gli sbatte dritto in faccia. Basta scansarsi, dicendo ‘rimango’ oppure ‘me ne vado’. Quello che il tecnico si è guadagnato non è un bonus così consistente da permettergli di prendersi tutto il tempo che gli serve per decifrare il suo futuro e intanto tenere il Bologna sulle spine, lasciandolo con una guida incerta.

Non ci sono nella squadra giocatori dalla forte personalità in grado di rimediare a questa strana ‘assenza’. Donadoni è stato indicato da tutti come protagonista della bella cavalcata rossoblù, e questo è il rovescio della stessa medaglia: se la squadra si pianta è segno che il suo trascinatore ha perso la sua efficacia. In parole poverissime: prima finisce la manfrina del tecnico che va o che resta, meglio è per il Bologna.