Bologna, 6 giugno 2023 – Urla il suo nome tutto il Dall’Ara. Esplode lo stadio quando Vasco sale sul palco e si avvicina al microfono. In quarantamila cantano ‘Dillo alla luna’, il primo brano in scaletta. Sul maxi schermo, subito dopo, appare la scritta ‘Tin bota’: “Siamo qui per portare gioia a questa terra ferita ma orgogliosa e fiera - urla il Kom -. Forza Emilia Romagna”.
E nel suo tour ‘Vasco Live’ (le tappe bolognesi dopo stasera, sono domani, domenica 11 e lunedì 12), il rocker di Zocca non risparmia nessuno, nemmeno i politici. Nel brano 'T'immagini', le parole sono eloquenti: “Quelle che ci raccontano in televisione: favole – aggiunge alla canzone in versione aggiornata –. A proposito la Meloni cosa racconta? Favole, favole. Ah, e Berlusconi? Da cinquant’anni ormai… favole. Ah e Savini, Salvini cosa racconta? Favole, favole. E i comunisti? Favole. Dimenticavo: e i cinque stelle? Favole, favole”.
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Li ripercorre tutti i grandi successi e non può riprendere fiato o cambiarsi d’abito che i cori lo richiamano sul palco. E quindi torna, ogni volta dopo pochissimo, e intona ‘Stendimi’, ‘Non sei quella che eri’. Mentre dal pubblico, tra una pausa e l’altra parte ‘Romagna mia’, sulla scia del concerto di pochi giorni fa a Rimini, in cui lo stesso Vasco la aveva cantata dal palco. Quando arriva a ‘Domani sì. Adesso no’ e lo stadio, con le prime note, si illumina, Vasco rivela: “Questa canzone l’ho scritta a cento metri da qua”. E poi ancora: da ‘Ogni volta’ è ‘C’è chi dice no’, a ‘Siamo soli’, passando per ‘Vivere’ e ‘Gli spari sopra’. Un medley unisce ‘Come nelle mie favole’, ‘Non l’hai mica capito’,
‘Cosa ti fai’, ‘Ormai è tardi’, ‘Incredibile romantica’ e ‘Ridere di te’. Tradizionale la chiusura con ‘Sally’. E poi ‘Siamo solo noi’: anche questa “scritta a cento metri dal Dall’Ara. Abitavo in una via qua dietro e tornando a casa, ero molto incazzato, e ho scritto questa canzone”, dice Vasco. Poi ‘Vita spericolata’ nella versione piano e voce, e il finale con quella che forse più di tutti può essere considerata la poesia: ‘Albachiara’.
Il messaggio ai fan: “Finalmente a Bologna”
Vasco Rossi “finalmente in concerto a Bologna”, come ha scritto lui stesso questa mattina in un post su Facebook: “Finalmente Bologna. Con 4 concerti 4 allo stadio Dall’Ara. Non scontato profeta in patria. Dopo aver fatto tanti concerti tutti intorno, Modena Park, Imola…finalmente quest’anno parte da qui il mio tour. Per me è un OMAGGIO a questa città che mi ha adottato dall’età di 15 anni, ci sono cresciuto, ci ho fatto l’università, e mi sono formato culturalmente nei miei formidabili anni ’70. Ho fatto teatro sperimentale, ho scoperto Ionesco, la letteratura americana, Ginsberg, Kerouac, il progressive rock e il grande sogno anarchico di Bakunin. Sempre da qui ho cominciato ad amare l’arte di scrivere canzoni e sono partito per questa straordinaria incredibile ed inimmaginabile avventura artistica e musicale. E poi andiamo verso sud, Roma, Palermo (da cui manco da tanto tempo) e Salerno: TUTTI DOPPI STADI. Quest’anno ho saltato San Siro perché era già occupato da troppe Superstar…
Alberghi presi d’assalto per il Kom
Per avere una idea concreta di come un grande concerto pop possa avere un impatto profondo sull’economia di un territorio esistono importanti studi accademici. Oppure sarebbe bastato fare un giro tra alberghi e airbnb della città qualche mese fa, appena sono state annunciate le date bolognesi dei concerti del tour estivo di Vasco Rossi.
Trovare una stanza per il 6, il 7 l’11 e il 12 giugno in città è molto difficile, quasi impossibile prenotarla al prezzo che ha durante l’anno. Insomma l’effetto ‘rockstar di Zocca’ è superiore a quello dei periodi di Fiera, quando i posti letto, effetto della domanda altissima, sono in vendita a costi molto alti. Segno che esiste un ‘turismo musicale’ che la Città creativa della Musica Unesco dovrebbe incentivare.
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Intanto tutto è pronto per l’avvenimento dell’anno: l’arrivo del cantante ’a casa’, dove vive e realizza tutti i suoi dischi. Come l’ultimo, in buona parte concepito nello studiolo di via Mazzini, così piccolo da ricordare quello ‘gemello’ di Lucio Dalla in via D’Azeglio, dove furono ritrovati gli inediti dopo la scomparsa.
E, come sempre, il lavoro è stato terminato negli studi Fonoprint , altra tappa obbligata della ‘geografia’ locale di Vasco, che, qui, in via Bocca di Lupo, con il collaboratore di sempre Maurizio Biancani ha masterizzato anche importanti video, come quello del concerto entrato nella storia di Modena Park e quello romano. D’altro canto il suo legame con le Due Torri nasce quando aveva 16 anni e durante la settimana studiava qui ragioneria e poi, più adulto, frequentava la sera la ‘leggendaria’ Osteria delle Dame per ascoltare Guccini (che, ci tiene a dire, è stato anche il primo personaggio che ha intervistato per la sua Punto Radio, anche se Guccini ha sempre detto di non ricordarselo). Possibile, al Dall’Ara, un parterre di ospiti e colleghi illustri, come è avvenuto con Bruce Springsteen a Roma.
La scaletta del concerto
Nota la scaletta, studiata in ogni dettaglio per assicurare una vera ‘immersione totale’ nell’universo dell’artista, circa trenta brani per uno spettacolo ‘classico’, lungo, di quelli che ormai solo pochi protagonisti del rock (pensiamo proprio a Springsteen) riescono ad affrontare, con finale strappalacrime con ‘Albachiara’. Si inizia con ‘Dillo alla Luna’ e poi il concerto si sviluppa attraversando una carriera iniziata nel 1978 con l’album ‘Ma cosa vuoi che sia una canzone’. I successi naturalmente, ci sono tutti, da ‘Ogni volta’ a ‘C’è chi dice no’, da ‘Vivere’ a ‘Siamo solo noi’, da ‘Vita spericolata’ a ‘Sally’, uno dei brani frutto di un’altra importante collaborazione bolognese di Vasco Rossi, quella con l’arrangiatore Celso Valli, nome che lega ancora il cantante al lavoro negli studi Fonoprint. Non sappiamo se anche a Bologna intonerà, come ha fatto a Rimini, Romagna mia , in segno di solidarietà con le zone alluvionate. Solida, e di grande impatto, forse ancora di più degli altri tour, la band che Vasco ha allestito, tra conferme e abbandoni. Molte chitarre, da quella durissima di Steve Burns a quella di Vince Pastano, che ha anche il ruolo di ‘direttore musicale’, una irruenta sezione fiati e un ospite che segna il legame con le ‘origini’, Claudio Golinelli al basso. Naturalmente, con il rocker di Zocca, ogni sorpresa è possibile.