ANDREA BONZI
Cultura e spettacoli

Il vampiro a Bologna: il conte Kostia di Mistrali, antesignano di Dracula

Il libro dello scrittore naturalizzato bolognese edito nel 1869, trent’anni prima dell’opera di Bram Stoker, protagonista del nostro podcast

L’ultimo film sui vampiri uscito è il nuovo Nosferatu di Robert Eggers: Dracula e compagni da sempre affascinano e terrorizzano, tanto da essere al centro di centinaia di libri e film dal gotico all’horror

L’ultimo film sui vampiri uscito è il nuovo Nosferatu di Robert Eggers: Dracula e compagni da sempre affascinano e terrorizzano, tanto da essere al centro di centinaia di libri e film dal gotico all’horror

È considerato uno dei primi esempi di letteratura gotica italiana, ma soprattutto anticipa di quasi trent’anni ‘Dracula’ dell’irlandese Bram Stoker, il romanzo, datato 1897, che ha reso famosa la figura del vampiro, già presente nella tradizione popolare europea. Parliamo di ‘Il vampiro – Storia vera’ che Franco Mistrali, figura controversa della scena culturale bolognese, diede alle stampe nel 1869.

La prima puntata del 2025 de ‘Il Resto di Bologna’, podcast della nostra redazione che riparte oggi dopo la pausa per le festività invernali e si può ascoltare qui sul nostro sito e nelle principali piattaforme audio, è dedicata proprio a Mistrali e al suo romanzo, poco conosciuto ma che si inserisce in un filone narrativo che ha spopolato fino a oggi. Basti pensare a quanti film (ultimo il Nosferatu appena uscito di Robert Eggers), serie tv e fumetti sono ispirati al vampirismo nelle sue varie forme e riletture.

Al centro del libro di Mistrali c’è il conte Alfredo Kostia, giovane aristocratico polacco amico del narratore, turbato dall’incontro con Metella. La ragazza, infatti, è tale e quale la donna da lui amata un tempo, Pia Ludoviska. C’è solo un problema: Pia Ludoviska è morta 10 anni prima, tra le sue braccia, e il Conte è convinto che sia diventata una vampira. Una volta scoperchiata la bara della sua amata, in effetti, vengono rinvenuti solo un anello e un medaglione con ritratto. Da lì si dipana la storia, in un contesto di sontuose ville e boschi siberiani, il tutto ammantato da un alone oscuro. Mistrali, nato a Parma nel 1833 ma trasferitosi a Bologna proprio nell’anno di pubblicazione del romanzo, gioca dunque con gli elementi tipici del gotico.

Mistrali, tra l’altro, era animatore della scena culturale bolognese: sotto le Due Torri, nel 1869, assunse la direzione de ‘Il Monitore di Bologna’, il più importante giornale locale, portavoce del governo, di cui fu anche per alcuni anni proprietario. Diversi furono i duelli - anche a colpi di carte bollate - con Giosué Carducci che, per usare un eufemismo, lo riteneva intellettualmente disonesto. Mistrali fu coinvolto in diversi guai giudiziari, tra cui spicca il crac della Banca delle Romagne, che allora aveva sede sotto le Due Torri, e per il quale fu condannato a 4 anni di carcere. Morì a Porretta Terme, sull’Appennino bolognese, il 18 dicembre 1880.