Tokyo, 31 ottobre 2023 – Anche i muri parlano al Tokyo Bunka- Kaikan, dove il Teatro Comunale ha iniziato a provare (video) martedì pomeriggio dopo che tutto il gruppo partito da Bologna si è ritrovato al completo. Parlano perché i piloni fra camerini e platea sono pieni di scritte – quasi vivaci e colorati murales - delle tantissime compagnie e dei protagonisti di ogni genere musicale che negli anni si sono esibiti qui. Anche in un teatro giapponese l’amore per l’arte sembra avere vinto sull’idea di rigore che sempre associamo al Sol Levante.
Di certo, di rigoroso c’è il lavoro che si vede e, e si sente, di chi mette il massimo impegno nell’allestire lo spettacolo Norma, al debutto il 3 novembre, e di cui si sono svolte le prove d’assieme (foto). Il brulichio di tecnici è continuo e costante, mentre si montano scenografie, si corre al trucco e parrucco e si provano le luci. E tutto in tempi strettissimi, perché quel lavoro minuzioso in cui una recita germoglia e prende forma nell’arco di settimane, nel teatro di Tokyo deve avvenire praticamente in un giorno.
E grazie anche ai tanti professionisti partiti da Bologna. Un gruppo numeroso, composto da 68 orchestrali, 54 membri del coro, 9 dello staff, oltre a tre maestri collaboratori e 12 tecnici specializzati fra elettricisti, macchinisti, attrezzisti e responsabili della sartoria. Tantissimi di loro sono in teatro, correndo dietro le quinte o accordando gli strumenti nella buca, che scende progressivamente, mentre inizia la magia di quelle mani sugli strumenti, con cura portati in viaggio, così lontano.
“Gli strumenti diventano parte di te”, considera il sovrintendente Fulvio Macciardi, che dalla platea segue l’avanzare dell’allestimento. Alle sue spalle le oltre 2mila poltrone rosse. “Lo stile ricorda il Nouveau in fondo - commenta Macciardi -. Nel mondo molti teatri sono così, anche se ovviamente in quello provvisorio di Bologna manca l’altezza”. Intanto continua la prova, meticolosa, delle luci. Qualche svista, nel trasferimento dall’altra parte del mondo, c’è stata, ma risolta. Al posto delle armi di scena previste, sul posto i bolognesi hanno trovato infatti scimitarre orientaleggianti (poi sostituite).
E mentre Oksana Lyniv supervisiona il teatro che la vedrà protagonista con Tosca, il maestro Fabrizio Maria Carminati in un angolo prova con Ramon Vargas. “Norma - spiega il direttore - è una delle opere centrali della produzione belliniana. C’è una drammaticità molto alta, con quadri che passano da un infinito romanticismo ad altri marziali, sostenuti. I sentimenti non riescono a sedimentare per un solo secondo e contrasti sono portati all’estremo. Ogni nota ha un peso, un senso, come nel mondo di Chopin che Bellini amava tanto”. Ma intanto si corre al trucco, dove troviamo Francesca Dotto, soprano, e Aya Wakizono (star che gioca in casa), mezzosoprano. Il coro, con i costumi ideati da Valeria Donata Bettella, inizia a riempire gli spazi: la voce chiama, la prova inizia.
Si alza il sipario sulle note incalzanti dell’Overture. E allora continua quella ricerca del suono perfetto, dei tempi perfetti con i cantanti e delle perfette posizioni dei coristi, sotto l’occhio attento di Gea Garatti Ansini, in un dialogo continuo fra i due maestri. “Qui pianissimo!”. “Qui marziale, ritmo!”. Continua la danza fra musicisti e direttore, mentre c’è chi prende un appunto sullo spartito, mentre si ripete una scena, sempre sotto la supervisione del direttore di scena Vincenzo Martorana. E, se un protagonista arriva un po’ in ritardo sul palco, c’è anche il tempo di una risata liberatoria. Fino al momento di una pausa fra gli atti, con quell’umanità di artisti e professionisti che torna ad affollare il dietro le quinte. Per chi vuole c’è un bento (la classica ‘scatola’ di cibo che si mangia al lavoro o fuori casa). E, ovviamente, the verde fumante.