Bologna, 13 aprile 2023 – In un mondo pullulante di guizzi sonori geniali, con un’angolatura prospettica che squassa il già sentito, la Puglia e la musica flirtano da sempre e con ottimi risultati. A darne conto è il magnifico tomo “Quelli di Orsara Jazz, una storia pugliese”, edito per i tipi di Pietre Vive, che viene presentato stasera alle 21 in Cantina Bentivoglio per la conduzione di Giovanni Serrazanetti (alle 21.30 seguirà un concerto). Specialissimo primato sottolineato negli anni sapidamente dal foggiano Renzo Arbore, il più tenace e ispirato profeta della cultura jazzistica in Italia. Con tanto di tesi suffragata, se mai ce ne fosse stato bisogno, da Enrico Rava nel corso di un’intervista in cui definiva come il più grande jazzista di scuola italiana mai venuto al mondo il barese Gianluca Petrella, vincitore con pieno merito per due anni consecutivi del “Critics Poll” della rivista americana Down Beat nella categoria “artisti emergenti”. Ma al di là del trombonista di Bari Vecchia o del pianista Roberto De Nittis, è tutta la Puglia che produce jazz in ragione del cinquanta per cento a livello nazionale. Un esempio sontuoso è stata appunto Orsara Jazz, a tutt’oggi una delle kermesse più longeve, lievitata in un piccolo centro dell’Appennino da uno, nel Foggiano, che dal 1990 al 2022 ha ospitato alcuni protagonisti assoluti del jazz a livello planetario. In un mondo in equilibrio tra i contrasti che scolpiscono verità profonde con un tracciato di prelibate provocazioni sonore. «Nato dalla passione di un gruppo di amici _ spiegano Michele Ferrara e Sergio Pasquandrea, autori del libro _ si è trasformata negli anni in un efficace volano di sviluppo per un territorio difficile, isolato, lontano dai grandi flussi turistici. Una vera e propria scuola di crescita economica e civile, che a partire dal 2004 ha anche dato vita a seminari musicali di alta formazione (Orsara Jazz Summer Camp) organizzati in collaborazione con prestigiose istituzioni musicali europee e americane. Affresco sigillato in un libro che racconta molte storie. Come quella che unisce la prima cattedra di jazz al Conservatorio di Napoli e le lettere degli immigrati orsaresi del ‘900, o quella di un nobile tedesco che scrive il Don Chisciotte in musica, o l’incontro tra i musicisti dei complessi bandistici dauni e gli improvvisatori del jazz internazionale». Tra i meriti di Orsara Jazz vanno sottolineati anche quello di aver prodotto dischi, concerti, mostre, pubblicazioni di libri, in un’ottica culturale aperta. Insomma, una rassegna che s’identifica in quello che viene riconosciuto come il “Brand Puglia”, con il sostegno di Puglia Sound System. Senza dimenticare che l’universo delle note collegato alla cultura e agli umori pugliesi non è solo jazz, ma musica a 360 gradi, basti pensare che sono stati gli immigrati pugliesi a inventarsi il tango in Argentina, da Astor Piazzolla e Danilo Troilo e Osvaldo Pugliese. E che un pugliese, Domenico Modugno, ha contribuito a trasformare la “canzonetta alla Claudio Villa” in canzone autorale. Musicisti magici a cui vanno in qualche modo assimilati pure alcuni straordinari “ibridi” pugliesi come Riccardo Muti, Lucio Dalla ed Enzo Iannacci. Con la phoné di Carmelo Bene che non smette di emanare bagliori. Dopo la presentazione del libro cui concorrono i pugliesi Ferrara, Michele Corcella, Sergio Pasquandrea e Antonio Lillo oltre a Silvia Donati, la serata si chiude con la performance “Orsara jazz On the Road” per cui in veste diversa salgono sul palco Lucio Ferrara alla chitarra, Stefano Senni al contrabbasso, la chanteuse Silvia Donati e Pasquale Fiore alla batteria. Più special guest assortite. I video e le immagini portano la griffe di Maurizio Magnetta.
Cultura e spettacoliQuelli di Orsara Jazz, una storia pugliese alla Cantina Bentivoglio