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Portico del Pavaglione e opere d’arte: ecco l’omaggio di Luca Carboni alla città

Le opere del cantautore dall’8 gennaio invaderanno il cuore di Bologna con una selezione di opere in larga scala dedicate alla sua città

Bologna, 6 gennaio 2025 – Rio Ari O è un grande successo e raddoppia: la mostra di Luca Carboni che racconta i suoi primi quarant’anni di creatività libera tra musica e arte, varca la soglia museale e invade i portici bolognesi, patrimonio Unesco dal 2021.

La mostra di Luca Carboni invade il portico del Pavaglione
La mostra di Luca Carboni invade il portico del Pavaglione

Dopo aver richiamato in queste settimane oltre 6.000 visitatori da tutta Italia per l’esposizione al Museo internazionale e biblioteca della musica del Settore Musei Civici Bologna, a partire dall'8 gennaio 2025 la mostra si sviluppa all’esterno sotto il Portico del Pavaglione, con una sorta di ghost track dell’allestimento che partirà dal civico 2 di via dell’Archiginnasio fino alle successive 9 chiavi di portico.

Rio Ari O ha intanto conquistato anche il riconoscimento della critica come miglior mostra a tema musicale 2024 in Italia: “Non è la solita mostra di un musicista prestato all’arte - scrive Artribune - che si diverte a creare in maniera dilettantistica, ma la storia di 40 anni di successi di uno dei cantautori bolognesi più amati, a cui la città ha deciso di dedicare un progetto che invita per la primissima volta il pubblico a scoprire il suo secondo lato artistico: quello di pittore”.

Curata da Luca Beatrice, critico e curatore d’arte contemporanea, l'esposizione (ideata e prodotta da Elastica in collaborazione con il Settore Musei Civici Bologna | Museo internazionale e biblioteca della musica) celebra la sinergia tra musica e arte visiva, mostrando un percorso creativo inedito e parallelo, ma spesso intrecciato a quello musicale, dato che molti album di Carboni si sono accompagnati ad una produzione fatta di disegni, schizzi e dipinti che raccontano il processo creativo dietro ogni brano, concerto o tour.

L’iniziativa ha il sostegno della Regione Emilia-Romagna, il patrocinio del Comune di Bologna ed è realizzata con il contributo di EmilBanca, Gruppo Hera, Macron, Manifattura Ceccarelli, a cui si aggiunge il contributo di Michele Casadei Massari, chef bolognese di stanza a New York che in partnership con Appennino Food Group e La Fenice Catering & Banqueting, si è occupato del food & beverage per la serata del vernissage. Sponsor tecnico EFFE 3 Design. Radio Capital è radio ufficiale della mostra.

La mostra. In quattro stanze più una wunderkammer di ingresso, Bologna Città Creativa della Musica Unesco, festeggia così uno dei suoi artisti più rappresentativi e poliedrici rispetto ai linguaggi con cui ha espresso la propria poetica. Ma non finiscono qui i piani del racconto: sempre nello spazio mostre i visitatori possono trovare esposti oggetti, copertine di dischi, testi inediti, appunti, memorie che partono proprio dal quel 1984 che ha segnato la data di inizio della carriera di Carboni.

L’intento è quello di raccontare la storia nascosta, più che la dimensione pubblica dell’autore di Mare, mare e di tanti altri successi. La mostra è una sorta di dietro le quinte dove i block notes, gli appunti, i disegni e i quadri sono stati un percorso parallelo ma non disgiunto con i successi musicali. Non può, ovviamente, mancare la musica nella mostra di uno dei cantanti che hanno segnato maggiormente la storia della canzone italiana. In particolare vediamo anche la copertina di “Persone silenziose” nata da una visione del grande fotografo Luigi Ghirri che nel 1989 gli suggerì di ritagliare dai quaderni i “disegnini” (come li chiama lo stesso Carboni) e di fare un collage che è diventato la cover dell’album.

La sala finale del percorso espositivo sorprende il visitatore con un sound design che include canzoni, inediti, audio rubati in studio, il tutto accompagnato da immagini e video clip, in un allestimento dall’atmosfera pop. Protagonista dell’allestimento è sicuramente Bologna, i grandi portoni scuri di quercia con i loro battiporta, le maniglie e i battenti con forme inquietanti e strane. Satiri, fauni, serpenti che spaventano, guardiani di chissà che cosa: di misteriosi tesori, di segrete intimità, di grandi ricchezze. Nelle opere di notte gli archi dei portici diventano facce, sguardi, teste di donne accese che Carboni incontra lungo il suo viaggio magico per la città. Nell’esposizione c’è tutto il mondo dell’artista nella sua completezza, non solo quello che è uscito dalla canzone popolare, ma anche tutto quello che c’è dietro: la parte nascosta dell’iceberg che a volte è più grande della punta che emerge dall’acqua. Se nei primi anni di carriera disegni e pittura vivono in Carboni una dimensione totalmente privata, oggi con questa personale si apre un nuovo canale di comunicazione con il suo pubblico.