Bologna, 13 gennaio 2025 – Quello che Oliviero Toscani ha costruito con i suoi scatti è un universo “bellissimo e formidabilmente semplice ed efficace”. Il ricordo di Davide Ferrari, direttore artistico di Casadeipensieri, parte da quell’“orizzonte di ottimismo che ancor di più va compreso mentre le guerre infuriano ed ogni male che lui ha bandito si presenta come vincitore”, dice.
Morto a Cecina, a 82 anni, fotografo della luce, del colore, della creatività, sempre fuori dagli schemi, anche nella malattia – incurabile, l’amiloidosi – aveva seguito una strada di denuncia. "Appariva come un rodomonte (prepotente, spavaldo, ndr), un ‘omone’ – sorride il direttore artistico di Casadeipensieri – ma era un uomo gentilissimo dal volto sempre aperto e accogliente”.
La mostra di Oliviero Toscani a Bologna: le foto
‘Facce da comunisti’
Sono state “intense”, ricorda Ferrari, le sue partecipazioni alla Festa dell’Unità. Nel 1993, Mauro Felicori, già assessore regionale alla Cultura, aveva promosso una mostra con i volti, primi piani in bianco e nero, di compagne e compagni. Erano state incollate a un affusto, la torre di Babele al centro del Parco Nord, e montate lungo il percorso della Festa. Le famose ‘Facce da comunisti’. "Oliviero, in quell’occasione, riuscì a cambiare profondamente l’immagine della manifestazione – sottolinea il direttore artistico – Ricordo le file di particolari anatomici e il suo modo di rappresentare la diversità, che considerava ricchezza, non motivo di superiorità o inferiorità”.
Nel 2007 era tornato alla Festa dell’Unità, ospitato dalla Casadeipensieri, assieme ad altri grandissimi come Emanuele Pirella, Mario Monicelli e Sergio Zavoli, la scrittrice Tullia Zevi, il filosofo francese Edgar Morin. La scena che riaffiora alla mente di Davide Ferrari è quella di un film di Jacques Tati, dice. Durante l’incontro con Toscani, “Cultura e creatività per il futuro dell’Italia”, uno stuolo di personaggi appariva e scompariva al seguito di Massimo D’Alema, proprio come in una delle migliori commedie del regista francese. E anche il genio della fotografia, per quanto “rodomonte” volesse apparire, sorrideva davanti a una ‘sceneggiatura’ ben scritta e ‘interpretata’.
Nel 2022 la mostra a Palazzo Albergati
Due anni fa Oliviero Toscani era tornato in città per l’inaugurazione della sua mostra a Palazzo Albergati. ‘Oliviero Toscani. 80 anni da situazionista’ a cura di Nicolas Ballario. "Sono un situazionista: l’immagine la trovo tra le cose che offre la realtà. Mi si pone davanti un problema, ci ragiono, lo analizzo e l’idea viene fuori", aveva spiegato il maestro. Si apriva con uno scatto del 1973 famosissimo che immortalava il fondoschiena della sua compagna con i jeans Jesus, sovrapponendo la scritta ’Chi mi ama, mi segua’.
Dei cento scatti esposti molti erano del collezionista spagnolo Juliàn Castilla: 70 opere di Cartier-Bresson, Doisneau, Capa, Horst P Horst. Toscani aveva commentato: "L’arte è stata uccisa dalle gallerie e dai musei ed è diventata prodotto per ricchi collezionisti che comprano i quadri e li mettono nei bunker delle banche a Ginevra, così che un grande quadro, voi non lo vedrete mai più! E’ una roba di una cattiveria...”.