BENEDETTA CUCCI
Cultura e spettacoli

Museo di Ustica Bologna: "Qui la Memoria ha trovato casa. Diecimila presenze"

Ottantuno luci e altrettanti specchi neri per non dimenticare le vittime di 43 anni fa Il nostro podcast ripercorre le tappe della nascita della struttura ideata da Boltanski

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Bologna, 12 settembre 2023 – Ottantuno luci che, dal soffitto del Museo, si accendono e si spengono al ritmo di un respiro. Ottantuno specchi neri che circondano il velivolo ricostruito, riflettendo l’immagine di chi percorre il ballatoio, mentre dietro a ognuno di essi, ottantuno altoparlanti emettono frasi sussurrate a sottolineare la casualità e l’ineluttabilità della tragedia.

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E poi gli oggetti personali delle vittime: intorno ai resti del DC9 sono state disposte alcune grandi casse coperte da drappi neri che contengono le decine di oggetti personali appartenuti alle 81 persone che il 27 giugno del 1980 avevano preso il volo Itavia 870 Bologna-Palermo, ma che non arrivarono mai a destinazione.

Diventarono invece gli sfortunati protagonisti della strage di Ustica attorno alla quale l’artista francese Christian Boltanski ha pensato ’A proposito di Ustica’, installazione per i resti del DC9 contenuti nello spazio del Museo per la Memoria di Ustica inaugurato il 27 giugno del 2007 nell’ex deposito tranviario della Zucca, rione Bolognina, per non dimenticare una delle tragedie collettive più discusse della storia italiana.

Dopo 43 anni la vicenda, come sappiamo dalle cronache, fa ancora parlare. Il Museo è al centro della puntata odierna de ’Il Resto di Bologna’, il podcast della nostra redazione locale che racconta fatti, personaggi e curiosità della città delle Due Torri. Per ascoltarlo, basta andare sul nostro sito (anche inquadrando il QR Code che trovate in prima di cronaca), oppure cercare su piattaforme come Spotify, Apple e Google Podcasts. A parlare con ’il Resto di Bologna’ è Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, che spiega come il Museo sia sempre più visitato: nel 2023, da gennaio a maggio quasi 10.000 le presenze registrate. Tantissime, considerato poi l’orario di apertura ridotto dell’interessante struttura.

«Quando abbiamo avuto la certezza che il museo sarebbe stato realizzato e che il relitto sarebbe arrivato a Bologna dal 2005 in un periodo abbastanza breve, perché la magistratura aveva liberato la possibilità di spedirlo a Bologna in comodato gratuito, ci siamo posti il problema di aiutare quel luogo in cui sarebbe entrato il relitto, anche con il linguaggio dell’arte, perché da solo avrebbe fatto fatica a trovare il modo di tenerlo vivo nella presenza di cittadini, di scolaresche e allora abbiamo voluto incontrare Christian Boltanski, perché io e il mio compagno Andrea lo conoscevamo di nome per le sue opere dedicate tutte al ricordo e alla memoria, essendo noi frequentatori del mondo dell’arte, dei musei, almeno in Europa", racconta la Bonfietti nel nostro podcast.

Nel 2005, al teatro Valli di Reggio Emilia, avvenne l’incontro. "Gli raccontai questa vicenda allucinante dell’aereo caduto il cui relitto stava arrivando a Bologna – prosegue Bonfietti – e all’inizio fece un po’ fatica a entrare nella cosa, perché ci raccontò che lui parlava certo di vita, di morte e di memoria, ma in senso universale".

Poi la svolta, quando Daria Bonfietti gli spiegò l’intento del museo: "Far sì che nel tempo si continuasse a ricordare e a parlare della tragedia della caduta di un aereo civile in tempo di pace". Oggi si può dire che questo obiettivo sia stato raggiunto.

Benedetta Cucci