Bologna, 3 maggio 2023 – Di Meridiane in Italia ne esistono in gran numero e di ogni dimensione. Spetta però a Bologna il primato della più grande, cioè quella tracciata e realizzata nel 1655 dall’astronomo Giovanni Domenico Cassini all’interno della Basilica di San Petronio col suo foro posto a 27 metri dal suolo e con una linea lunga 67 metri. Di questo nostro tesoro parla oggi il nostro podcast "Il Resto di Bologna", disponibile sul nostro sito o su Spotify. Il viaggio narrativo parte da Charles Dickens che nel 1844 visitò la Dotta e descrisse, in modo ’pittoresco’, Bologna e la merdiana nelle sue "Impressioni d’Italia", edite nel 1846. Si parla anche di come le meridiane abbiano contribuito notevolmente allo sviluppo dell’astronomia di quell’epoca e di come sia coinvolta anche una componente astrologica che a quel tempo era tenuta di gran conto, essendo anche inserita nel corso universitario di medicina dell’Alma Mater.
Quella della nostra basilica, è una delle meridiane più precise dell’epoca. Quando il sole raggiunge lo zenit, attraverso un piccolo foro sul tetto si può vedere un raggio di sole che ’tocca’ una linea di rame e bronzo sul pavimento della chiesa. Questa linea percorre più della metà della lunghezza totale della basilica. Dove termina la linea si trovano questa costellazione di segni zodiacali, diversi numeri romani e riferimenti a solstizi, calendari ed altri elementi astronomici. Quella di Cassini non fu la prima meridiana di San Petronio, la quale è stata progettata nel 1576 da Ignazio Dati, domenicano vicino a Papa Gregorio XIII, come raccontato qualche podcast fa.