Bologna, 15 aprile 2024 – Musicista rivoluzionaria ai tempi di Napoleone e di Rossini, Maria Brizzi Giorgi è un personaggio bolognese affascinante, anche se forse un po’ dimenticato. A strapparla dall’oblio ha contribuito un piccolo libro per ragazzi, ‘Musica maestra!’ (edizioni Minerva), scritto da Stefania Graziosi e illustrato da Iris Biasio, che parla di questa pioniera della musica in modo semplice e diretto.
A inquadrare Maria Brizzi Giorgi per noi è Loris Rabiti, gestore della libreria Docet e autore de ‘Il tocco di Polimnia’ edito da Pendragon, ospite della puntata di oggi de ‘Il Resto di Bologna’, il podcast della nostra redazione che si può ascoltare qui o sulle piattaforme come Spotify, Apple e Google Podcasts.
Nata nel 1775 in via Saragozza a Bologna, Maria è una predestinata: il padre, Luigi Brizzi, è un suonatore di corno da caccia, due dei fratelli maggiori, Ludovico e Antonio, sono cantanti affermati. Lei non è da meno: bambina prodigio, a 9 anni inizia ad esibirsi e a 12 è già organista.
"Era molto brava nelle improvvisazioni – osserva Rabiti -. Ha una carriera di successi ed è protagonista di alcuni degli eventi più importanti del periodo". Un successo dovuto anche dalla sua posizione politica: in quel periodo soffiava forte il vento della Rivoluzione francese. Maria Brizzi Giorgi resta affascinata dal giacobino Luigi Giorgi, che sposa nel 1794. "In occasione della visita di Napoleone a Bologna, al Teatro Marsigli, la Brizzi Giorgi compone ed esegue l’inno per l’evento", osserva Rabiti. Dal 1806 al 1809 fonda l’Accademia Polimniaca. "Nel 1812, la Brizzi Giorgi muore a soli 36 anni di parto", continua Rabiti. Pochi giorni prima, si era esibita davanti ai familiari: le ultime note trascritte dalla figlia Teresa, sono al Museo internazionale della musica di Bologna.