Bologna, 1 marzo 2022 - Un longform per raccontare Lucio Dalla, dieci anni dopo (www.quotidiano.net/luciodalla). Lucio non è morto. Gianni Morandi dice che lo vede uscire da una porticina, da una chiesa del centro, da un bar. Berretto occhiali cappelli sciarpe pellicce. E i bolognesi pure lo sentono, lo salutano, lo accarezzano. In via D’Azeglio, certo, dove c’è la sua casa – quella col campanello enigmatico e ironico, Comm. Domenico Sputo – ora trasformata in museo, tempio pagano della musica e della creatività.
Ma in tutti i luoghi, da piazza Cavour a Santo Stefano, che al nostro Lucio erano cari. Sono passati dieci anni dalla morte e quasi pare ieri. Il Carlino diede sul sito la notizia in esclusiva. I momenti più difficili, quello che nessuno vuole scrivere. L’emozione diventò lacrima. Lucio era morto. No, Lucio non è morto e noi ve lo raccontiamo così.
Cesare Cremonini ci ha accompagnato – e sui nostri canali sociale sul sito, dove è pubblicato un longform speciale, potete vedere la videointervista – nel ricordo del cantautore scomparso dieci anni fa. Per Cremonini Dalla è stato, anzi è, "il Michelangelo della musica. La sua capacità di unire la vita reale, la vita camminata per strada, le voci della gente, con un’idea della musica alta che proveniva dal jazz, da un percorso artistico gigantesco, erano cose uniche. Era straordinario. È ancora unico. Lucio rimarrà per me il Re Sole della musica bolognese ed era lui che, insieme ai grandi artisti bolognesi, faceva sì che lo sguardo di un bambino come me - quando a 18 anni ho iniziato a fare musica - potesse pensare che Bologna era tutto. Essere un artista importante a Bologna per me significa essere un artista nazionale, non c’è distinzione fra le due cose".
Il sindaco Matteo Lepore, nei giorni scorsi al Carlino, ha detto che "insieme con la Fondazione Lucio Dalla, come Comune continueremo a investire sui giovani artisti, sulle loro attività. Abbiamo poi in mente dei progetti nelle periferie".
Lepore ha spiegato che "c’è l’idea, nei prossimi mesi, di dedicare alcuni luoghi della città a Dalla e alle sue canzoni. Nei quartieri saranno riqualificati e inaugurati centri culturali e scuole. Stiamo pensando a un progetto grazie al quale Bologna, città della musica Unesco, possa fare ‘vivere’ Dalla e le sue canzoni in questi luoghi".
"Abbiamo tutti una canzone di Lucio nel cuore – dice il presidente della Regione Stefano Bonaccini –. I suoi brani, la sua poetica, hanno accompagnato come una colonna sonora la nostra vita e quella di generazioni di italiani. E’ una prerogativa solo dei grandi artisti, quella di riuscire a essere così empatici, capaci di interpretare con le parole e la melodia di una canzone anche il nostro vissuto e i nostri stati d’animo".
Una mostra, dal 4 marzo, lo racconterà nell’intimo al Museo civico archeologico e, poi, si muoverà in tutto il Paese. Tutti gli aggiornamenti e le notizie su Lucio le troverete sul nostro sito.