Bologna, 21 novembre 2024 – “Sono sempre Luca lo stesso” canta Luca Carboni in una delle sue più celebri canzoni: e se è vero che nei suoi 40 anni di carriera è sempre rimasto fedele alla sua arte, la mostra “Rio Ari O”, che inaugura ufficialmente stasera al Museo internazionale e biblioteca della Musica e che rimarrà in loco fino al 9 febbraio (dal martedì al giovedì, dalle 11 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18.30; venerdì dalle 10 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19; sabato, domenica e festivi, dalle 10 alle 19) espone il lato meno conosciuto di Luca Carboni, quello più intimo e nascosto.
La sua passione per la pittura ha sempre accompagnato la sua carriera musicale, dai primi schizzi disegnati per il suo primo videoclip fino alla realizzazione di alcune copertine dei suoi album, ma questa sfaccettatura artistica dell’autore è rimasta nell’ombra rispetto agli enormi successi musicali: da oggi invece, viene svelata al pubblico in maniera inedita. “Rio Ari O”, questo il titolo della mostra curata da Luca Beatrice e ideata e prodotta da Elastica (un ritorno per Carboni da Luca Lazzaris, socio di Elastica e suo primo manager) in collaborazione con il settore Musei Civici di Bologna, è stato scelto perché “è la prima cosa che la gente ha sentito dalla mia voce: un gioco vocale senza significato che però spero sia diventato un simbolo”, spiega Luca Carboni. “Rio Ari O” è, appunto, il versetto iniziale della canzone “Ci stiamo Sbagliando”, inserita nel suo primo album “…intanto Dustin Hoffmann non sbaglia un film”.
Le stanze dell’esposizione
A partire proprio da quel primo album “...intanto Dustin hoffman non sbaglia un film”, l'esposizione, suddivisa in quattro stanze più una wunderkammer (camera delle meraviglie) di ingresso, è un percorso circolare attraverso la lunga carriera di uno degli artisti simbolo di Bologna.
Una sezione dedicata alla sua città è ovviamente presente, e non poteva non chiamarsi proprio “Bologna è un regola”, ma Luca Carboni ha dipinto moltissime altre situazioni, oggetti e simboli a lui cari: dalle cattedrali, che rappresentano il suo rapporto con la fede, alla Bologna Rock, passando per la Carovana (l’album del 1988 la cui copertina è stata disegnata dal musicista stesso), all’omaggio all'amico Lorenzo Jovanotti , il palco disegnato e tante altre ancora. Tra loro anche una parte dedicata alle bandiere, da cui l'artista racconta di essere “sempre stato molto attratto, sia dai simboli che dai colori piatti”. Questa è infatti una delle ragioni della scelta dell’immagine di copertina della mostra, un suo autoritratto con disegni che che ricordano la bandiera della Turchia, oltre a i simboli della fede islamica: “Dagli anni 2000 ho iniziato a voler inserire nei miei dipinti simboli legati alla mia dimensione di cristianità, di fede; per contenere però dentro le mie opere anche gli opposti, l’occidente e l’oriente, in modo da non essere divisivo, mi piaceva l’idea di mettere anche simboli della fede islamica, tra cui la luna e la stella presenti in questa immagine” racconta Luca Carboni.
L'iniziativa vede un sostegno economico molto importante da parte della Regione Emilia-Romagna, il patrocinio del Comune di Bologna e il contributo di EmilBanca (che, come ha ricordato Francesca Parisini di Elastica, è stata la prima a credere nel progetto), Gruppo Hera, Macron, Manifattura Ceccarelli, a cui si aggiunge il contributo di Michele Casadei Massari, chef bolognese di stanza a New York che in partnership con Appennino Food Group e La Fenice Catering & Banqueting, si occuperà del food & beverage per la serata inaugurale. Lo Sponsor tecnico Effe 3 Design e Radio Capital è la radio ufficiale.
Oltre la mostra
La celebrazione dei 40 anni di carriera di Luca Carboni non si ferma alla mostra del Museo di Strada Maggiore: dall’8 gennaio 2025 infatti il Portico del Pavaglione, in via dell'Archiginnasio, accoglierà gli autoritratti di Carboni stampati su larga scala e appesi alle chiavi di ferro degli archi del portico. Non solo, è previsto un programma di incontri pubblici (già tutti esauriti) che vedranno per protagonisti, oltre allo stesso Carboni, altri artisti che sono stati suoi compagni di viaggio. In futuro poi, l’augurio degli organizzatori della mostra è quello di espandersi anche nel resto dell’Italia.