Bologna, 5 marzo 2023 – Come saremmo noi bolognesi, oggi, se i nostri canali, ormai ricordati soprattutto da nomi di strade, non fossero mai stati interrati? La domenica faremmo un giro in barca ‘fuori porta’? Ci daremmo appuntamento al porto nei pressi di Porta Lame, attivo dalla metà del XVI secolo, per una gitarella sul Navile, verso Corticella? Se guardiamo le foto di via Riva Reno, dove oggi c’è la sede della Cineteca nell’ex Manifattura Tabacchi, ancor prima Opificio dei Tabacchi e fino al 1799 Monastero di Santa Maria Nuova, iniziamo a volare con la fantasia, appoggiati al parapetto sul canale Reno, che guarda la chiesa della Madonna delle Lame e alle spalle uno spazio impressionante per camminare, trasportare carretti, in faccende affaccendarsi. Chissà, poi, come sarebbero arrivati ai giorni nostri questi corsi d’acqua, nella maggior parte dei casi non alti abbastanza per il passaggio di una barca, ma utilizzati davvero tanto dalle lavandaie, che si ritrovavano a decine in più punti sulle rive del canale, come tra l’altro ricorda la statua della lavandaia senza vesti, collocata in una aiuola all’incrocio tra via San Felice e via della Grada, dove c’erano i lavatoi più affollati.
Quella di Bologna città d’acqua è una grande storia che abbiamo cercato di raccontare oggi, nel podcast della nostra redazione ’Il Resto di Bologna’ che potete ascoltare nel nostro sito online e su tutte le principali piattaforme. Ma se parliamo di vie d’acqua, non possiamo non parlare di quel suolo che tutti i giorni calpestiamo. Perché ogni strada della città nasconde un segreto sotterraneo, visto che la maggior parte dei corsi d’acqua, nel dopoguerra fu tombato. Del resto quell’economia che muovevano, quella manifatturiera che dal Medioevo e fino al ’700 era stata primaria per Bologna, regina della seta coi suoi mulini, nella modernità non aveva più senso.
Ci volevano più strade, più spazio per l’espansione demografica e bisognava chiudere un capitolo. Un faldone che da un po’ di anni il piano urbanistico cittadino vorrebbe riconsiderare, almeno in via Riva Reno: nell’ambito della riqualificazione della via su cui si affaccia la Cineteca, si vorrebbe riportare in superficie parte dell’antico canale. Ma nel frattempo, accettando il suo destino, la Bologna acquatica è andata oltre e un’azione di bonifica condotta tra il 1997 e il 2000, è riuscita a ripristinare proprio l’antico percorso del torrente Aposa, trasformandolo in attrazione turistica, con due entrate, una in piazza Minghetti e l’altra in piazza San Martino, che permettono l’ingresso al letto del fiume sotterraneo, quando il flusso idrico viene chiuso: un percorso guidato tra le fondamenta di Bologna dal fascino immenso e suggestivo. Ma di attrazioni ce ne sono molte di più, scopritelo nel podcast.