BENEDETTA CUCCI
Cultura e spettacoli

Fondo Villani, la città ritrova il suo tesoro. E l’ex Giuriolo ora svela il nuovo volto

Il prezioso archivio, con mezzo milione di scatti, è già arrivato nell’ex parcheggio dove sta nascendo il Centro Zangheri. La casa del restauro del cinema e della fotografia, che sarà completata nel 2026, ospiterà fino a 90mila chilometri di pellicole

Fondo Villani, la città ritrova il suo tesoro. E l’ex Giuriolo ora svela il nuovo volto

Il prezioso archivio, con mezzo milione di scatti, è già arrivato nell’ex parcheggio dove sta nascendo il Centro Zangheri. La casa del restauro del cinema e della fotografia, che sarà completata nel 2026, ospiterà fino a 90mila chilometri di pellicole.

Il parcheggio su diversi piani nato in via Giuriolo per i Mondiali del 1990 è diventato forse solo ieri mattina "ufficialmente" Centro Zangheri per la conservazione e il restauro del cinema e della fotografia. Anche se i lavori sono in progress da anni e da mesi si nota la trasformazione dello spazio esterno passando sulla via Giuriolo che porta alla tangenziale, solo ieri alle 12,30 si sono aperte le porte a vetri di quello che sarà l’ingresso principale di questo Centro unico nel suo genere in Italia e in Europa. Porte aperte alla stampa e anche agli addetti ai lavori, per il racconto del Fondo Villani, un archivio mitico, che da qualche giorno è tornato a Bologna, nella sua città. Naturalmente è stata l’occasione per il sindaco Matteo Lepore e per il direttore della Cineteca Gian Luca Farinelli per dare un aggiornamento sui lavori in corso di questo nuovo "epicentro culturale" bolognese, che al momento è quasi totalmente terminato nella sua prima parte (entro la fine del 2024 arrivano gli armadi compattabili per la conservazione dei fondi).

Si tratta di quella al piano terra, dove ci sono le grandi celle per la conservazione che si aprono a destra lungo un corridoio dalle pareti rosse. Il prossimo capitolo con deadline nel 2026 riguarda il secondo piano, con il laboratorio di restauro L’Immagine Ritrovata e la sala cinema (forse anche un ristorante?), poi il tetto dove sorgerà un’arena cinematografica e gli esterni che metteranno in collegamento la scuola di musica Ivan Ilich con il Centro Zangheri, attraverso un parchetto intitolato a Vittorio Boarini. Tutti lavori stimati in 10 anni e suddivisi in cinque lotti. Il primo, assicura la Cineteca, dovrà essere completato entro il 2024. Il primo stralcio è stato sostenuto dal Comune di Bologna con le risorse del Bando Periferie per un totale di 8 milioni di euro, mentre il secondo con i fondi del Pnrr per 9 milioni. A questi si aggiungono gli 1,5 milioni per l'acquisto degli armadi compattabili e degli scaffali, sostenuti da Comune e Regione.

Per quel che si può già sperimentare, ci si sente dentro una sorta di Cern della storia del cinema, perché oltre alla conservazione della memoria, qui ha casa la scienza della settima arte, il restauro del supporto cinematografico: si potranno accogliere 90mila chilometri di pellicole, oltre due volte il giro del mondo.

Ma queste notizie non tolgono certo la scena al Fondo Villani, frutto del lavoro di Achille e Vittorio Villani. A quasi 40 anni dall’acquisizione da parte della ditta Fratelli Alinari e dal suo trasferimento in Toscana, fa il suo ritorno sotto le Due Torri, grazie all’accordo tra la Fondazione Alinari per la Fotografia e la Fondazione Cineteca di Bologna, sostenute nell’operazione dalle Regioni Emilia-Romagna e Toscana. E si tratta davvero di un tesoro: mezzo milione di immagini capaci di raccontare la società, l’arte, la moda, l’industria, l’economia del nostro Paese – e in particolare di Bologna dove lo studio è stato attivo dal 1914 al 1980 – che qualche giorno fa in grossi scatoloni e pallet sono arrivate al centro e portate nella prima cella visibile attraverso una vetrata (su quello che diventerà l’atrio, con divanetti), con 10 gradi e il 40% di umidità .

"Superata l’idea del parcheggio che non ha pressoché mai svolto quel ruolo – ha affermato il sindaco – il Centro è già un luogo della cultura che simboleggia la riconquista del territorio nel progetto del compianto Antonio Iascone e che vede la Cineteca punto di riferimento anche industriale e non solo intellettuale". Per il direttore Farinelli è un sollievo il ritorno del Fondo in città. "Fu scioccante – rammenta – quando si seppe che Villani andava via da Bologna, un vero smacco, ma poi per fortuna si poté dialogare con la regione Toscana e far arrivare tutto qui al Centro intitolato a Zangheri che, nel 1962, da assessore alla Cultura, ebbe l’idea di dar vita alla Cineteca".