Bologna, 2 aprile 2021 - E’ quasi un film vero e proprio. Girato in tre luoghi diversi (il teatro e il convento di San Francesco a Bagnacavallo nonché il Palazzo San Giacomo a Russi), costruito sulla drammaturgia delle Eumenidi di Eschilo, sostenuto da costumi originali e musiche empatiche, montato inserendo fra le immagini le parole del ministro della giustizia Marta Cartabia, qui in veste di relatrice.
Il secondo appuntamento del ciclo Giustizia organizzato dal Centro culturale ‘La permanenza del classico’ diretto da Ivano Dionigi, si incentra sull’ultima parte della trilogia dell’Orestea di Eschilo, le Eumenidi appunto, nel quale si manifesta il superamento della giustizia vendicativa e l’istituzione di un tribunale degli uomini presieduto dalla dea Atena.
Dike contro Dike , questo il titolo dell’episodio, è in onda da oggi alle 18 sui canali You Tube, Facebook e Instagram dell’università. Sono Elena Bucci e Marco Sgrosso , storici protagonisti degli incontri (fino al 2019 in Santa Lucia) giunti all’edizione numero 19, a fornire la loro personale interpretazione di questa tragedia riletta da Federico Condello . Il commento, come si è detto, è di Marta Cartabia , peraltro già presidente della Corte Costituzionale. "Avevo affrontato Eschilo in un vecchio spettacolo, Mythos, – racconta Elena Bucci – ed ero stata Clitemnestra nella compagnia di Leo de Berardinis ma in questo caso è tutto diverso: il testo pone domande stringenti sulla giustizia".
Qual è quella più attuale?
"La questione di fondo riguarda la verità. Non abbiamo pensato ad una attualizzazione stretta della tragedia ma l’idea che emerge con forza, a conclusione del nostro viaggio, riguarda l’importanza di rivedere il concetto di giustizia all’alba di un nuovo mondo. Ad esempio, non si può negare che il senso di giustizia abbia a che fare con la diffusione dei diritti e delle risorse".
Che messaggio si deve trarre?
"Non si può eludere la responsabilità individuale. Pur credendo nella politica e nelle istituzioni, bisogna capire che nei momenti gravi serve coraggio personale per rinnovare l’atteggiamento etico e filosofico. Condello ha scelto un filo narrativo per mettere in luce le ragioni di tutti i personaggi, da Agamennone a Oreste a Clitemnestra. Lo sforzo è stato quello di non suggerire facili soluzioni".
In questo periodo lei è comunque impegnata anche in progetti danteschi?
"Chiara Muti ed io presenteremo a fine giugno a Ravenna Festival Lumina in tenebris , uno spettacolo che cercherà di intrecciare la Divina Commedia con i bagliori che l’opera di Dante ha acceso in altri artisti. Prima mi occuperò della drammaturgia e della cura di un progetto internazionale di Emilia Romagna Festival che coinvolgerà John Malkovich. Mi sono occupata della parte testuale inglese di un melologo che avrà le musiche di Gabriel Prokofiev e appunto la voce recitante di Malkovich. Ho cercato, nel rispetto della mentalità anglosassone, un percorso completo dell’Inferno che non tenesse conto solo degli elementi poetici crociani cari alla nostra tradizione".