Bologna, 10 aprile 2024 – Hanno portato i ritmi elettronici nelle grandi arene del pop, mescolando pista da ballo e rock, l’energia travolgente delle chitarre elettriche con le macchine digitali della discoteca. I Subsonica guidati da Max Casacci raccontano storie ambientate tra i futuri possibili e le strade e i flussi creativi della loro città, Torino. Non solo. Da poco hanno pubblicato un nuovo album, ‘Realtà aumentata’, che presentano in un lungo tour italiano che arriva questa sera all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno (ore 21).
Casacci, per il suo gruppo, il concerto è sempre stata la dimensione privilegiata. Cosa succede adesso, dopo tanti palchi e tanti anni di spettacolo?
"Per noi ’Realtà aumentata’ è stato un atto d’amore nei confronti del nostro pubblico. Era il disco che loro aspettavano. E anche noi. È un concentrato di passioni, di suoni che fanno ballare dall’inizio alla fine, è un vortice rock elettronico nel quale ci immergiamo, trasformando i luoghi dove ci esibiamo in grandissimi club ad alto impatto scenografico"
Un live diverso, per concezione, da quelli degli scorsi anni?
"La differenza è soprattutto in una serie di accorgimenti tecnologici che ci permettono di esasperare il rapporto con lo spettatore, di farlo sentire come fosse quasi sul palco con noi. Il pubblico deve avere l’impressione di essere immerso, sino a perdersi, nella musica. Allestire il live è stato per noi anche il pretesto per cercare nella nostra città, Torino, giovani talenti artistici. E abbiamo scoperto il collettivo High Files, l’ultima generazione di sperimentatori, che hanno costruito l’allestimento visivo".
Quello di Bologna sarà un concerto con delle novità, rispetto alle altre date?
"Sì, perché qui avremo dal vivo con noi i due ospiti del disco, Willie Peyote e Ensi, che avranno un grande spazio, non limitato solo alla canzone che abbiamo inciso insieme. E poi ci sarà Fabio Celenza, il cantautore diventato famoso per le sue surreali parodie di incontri impossibili con le celebrità. Non sappiamo cosa faremo insieme, ma conoscendolo sarà sicuramente esilarante...".
Cosa vi lega a Bologna?
"Tanti concerti memorabili, in un periodo nel quale, alla fine degli Anni ’90, Bologna era diventata la città di riferimento in Italia per il suono di ricerca tra rock e elettronica, con le radici nelle importanti esperienze dell’hip hop. Realtà formative che hanno influenzato il nostro fare musica. Per questo siamo grati a Bologna e cerchiamo sempre di rendere speciali i concerti che facciamo in Emilia".
Cosa resta, a vostro avviso, oggi, di quella Bologna?
"Molto. Resta soprattutto una idea di città, di un luogo dove l’incontro, lo scambio di esperienze sono alla base della produzione culturale, di quella musicale in particolare. Basti a pensare a quanto è ancora così fortemente attrattiva per gli artisti, mi viene in mente Calcutta che ha deciso di vivere lì. Credo abbiano ragione i ragazzi dello Stato Sociale, altra grande esperienza cittadina contemporanea. A Bologna è sempre esistito un modo intelligente di scrivere le canzoni, intrecciando il divertimento con la consapevolezza per la vita che viviamo. Ed è proprio quello che abbiamo provato a fare in ‘Realtà aumentata’".