LETIZIA GAMBERINI
Cultura e spettacoli

L’avventura del Bauhaus: il movimento che unì l’arte e l’industria

In occasione della mostra al Baraccano è al centro del nostro podcast di oggi. L’esposizione mette in luce il ruolo delle donne nell’innovazione del design

C’è tempo fino al 6 aprile per visitare la mostra allestita nelle sale del Baraccano, e scoprire storie poco conosciute

C’è tempo fino al 6 aprile per visitare la mostra allestita nelle sale del Baraccano, e scoprire storie poco conosciute

Bologna, 17 marzo 2025 - Che cosa fu davvero il Bauhaus? E quale eredità culturale e umana ha lasciato quella breve stagione artistica?

La risposta arriva nella puntata di oggi del nostro podcast ‘il Resto di Bologna’, che prende spunto dalla mostra, allestita all’interno del complesso del Baraccano fino al 6 aprile, ‘Le ragazze del Bauhaus e il caso Margarete Heymann’. Inaugurata nei giorni affollatissimi di Arte Fiera, potrebbe essere sfuggita. La chiave di lettura dell’esposizione, con circa 150 opere, ce le fornisce Beatrice Buscaroli, storica dell’arte e docente della nostra Accademia.

“Il Bauhaus – spiega – fu una scuola d’arte e mestieri fondata nel 1919 da Walter Gropius, architetto diplomato a Berlino, uno dei grandi geni dell’architettura e del design. L’idea era quella di annullare la differenza fra arte e artigianato, un principio importantissimo. Il Bahaus infatti cerca di dare una risposta originale al tema della relazione fra arte e industria, che aveva azzerato i valori artigianali negli oggetti di produzione di massa. Ecco allora l’idea di unire un maestro d’arte a un artigiano a livello superiore dal punto di vista tecnico”. “è un esperimento unico in Europa - prosegue Buscaroli - che però portò a influenze determinanti. Nacque a Weimer e nel 1922 fu trasferito a Dessau. Poi iniziò a subire l’antipatia del regime che sarebbe diventato il Nazismo e la scuola chiuse fra il ‘32 e il 33. Dopo quell’anno ci fu una diaspora, ma che portò a una diffusione in tutto il mondo: Brasile, Giappone Stati, Stati Uniti. Nel nostro Paese non ci furono esponenti particolari, ma tangenze con alcuni settori del Futurismo. La mostra al Baraccano arriva in Italia per la prima volta dopo essere stata in Germania e in Inghilterra e mette in luce il ruolo delle donne in questo movimento”.

Un elemento importante del Bahaus, infatti, è la presenza femminile. “Mise in circuito quasi 500 donne allora, a cui però fu sempre consigliato di seguire le principali mansioni femminili, come legatoria o tessitura. Altro campo molto importante, anche per la Heimann, in mostra, è la ceramica. È la prima volta che gli uomini si occupano del rapporto con le donne insegnanti. Nei fatti, la tendenza della scuola fu quella di orientare le ragazze verso una cultura tradizionale, ma è importante sottolineare almeno l’intenzione. C’è un istinto ‘femminista’. Questa è la novità, nonostante la difficoltà del periodo, le donne potevano raggiungere il lavoro degli uomini per costruire un mondo nuovo”.