MASSIMO SELLERI
Cronaca

Zuppi, la fede e lo sport: "San Luca tra terra e cielo"

Il presidente della Cei grande appassionato di ciclismo fin da ragazzo "Ricordo Gimondi e Merckx, ma anche i corridori meno conosciuti. Tutti eroi" .

Zuppi, la fede e lo sport: "San Luca tra terra e cielo"

Zuppi, la fede e lo sport: "San Luca tra terra e cielo"

Quest’anno il santuario dedicato alla Beata Vergine della Madonna di San Luca compie 830 anni. Un’età invidiabile e per festeggiare questa ricorrenza è arrivato un regalo particolare per non dire unico. I ciclisti del Tour de France passeranno proprio da questo luogo dove da oltre otto secoli i bolognesi si recano per affidare a Maria le loro preoccupazioni e i loro timori. Una devozione che supera la fede e che si tramanda immutabile nel tempo. "Tra i tanti aspetti che sono legati al passaggio del Tour del France nella nostra città - spiega il cardinale Matteo Zuppi - questo è forse quello più importante perché fa vedere a tutti e anche a noi che probabilmente ci siamo abituati la straordinaria bellezza di San Luca. È un qualcosa che arriva e che tocca al di là del proprio credo religioso per il significato che rappresenta per tutti gli uomini. Per i cristiani e per i cattolici in particolare questa maternità che dall’alto protegge tutti porta con sé anche una bellezza che unisce la terra e il cielo. Il portico, poi, rappresenta proprio questo: una comunicazione tra il materiale e lo spirituale. Quanto abbiamo bisogno dell’uno e dell’altro. Il tour de France fa vedere tutto questo e, quindi, ne siamo contenti e anche un po’ curiosi". Quando nell’autunno del 2015 Zuppi arrivò a Bologna per salire sulla cattedra episcopale che fu di San Petronio non era raro vederlo scorrazzare in bicicletta per le vie del centro. Essendo diventato presidente della Cei nel maggio del 2022 ora gli impegni gli impediscono di usare questo mezzo di trasporto, ma la passione per due ruote è rimasta, tanto che non è escluso che oggi riesca a trovare un ritaglio di tempo per appostarsi e guardare almeno un piccolo tratto di questa competizione. "Ho una serie di impegni, ma se mi sarà possibile lo andrò a vedere. Come abbiamo fatto tutti da ragazzini prima andavo in bicicletta e poi seguivo con grande interesse il giro d’Italia e il Tour de France che erano un appuntamento fisso nella mia estate. Erano due manifestazioni che arrivavano sempre quando era finita la scuola per cui avevo il tempo per seguire le tappe, anzi le attendevo proprio perché avevano il sapore della vacanza. Avevo pure imparato il nome di tutti i ciclisti, da quelli più improbabili e sconosciuti a quelli famosi, tipo l’italiano Gimondi a Merckx. Tutti grandi eroi".