FRANCESCO PANDOLFI
Cronaca

"Zuppi è uno di cuore", i fedeli abbracciano don Matteo

L’accoglienza dei bolognesi al nuovo vescovo arrivato sotto le Due Torri

Cittadini e fedeli salutano Monsignor Matteo Zuppi in via Rizzoli ieri pomeriggio

Bologna, 13 dicembre 2015- Un lungo applauso e un forte abbraccio che racchiude tutta quella ‘teneressa’ che i fedeli bolognesi sono capaci di dare. È così che tante persone, giunte anche dalla provincia, salutano l’arrivo del nuovo arcivescovo della città Matteo Maria Zuppi. Una dimostrazione d’affetto e un’accoglienza così calorosa riservati a pochi, «ma che dimostra quanto la città avesse bisogno di stringersi intorno a una figura che ha così tanto a cuore il concetto di carità e solidarietà – commenta Giovanna Pace, di Monte San Pietro –. La speranza è che tutti possano ritrovare entusiasmo e avvicinarsi di nuovo alla chiesa». E l’entusiasmo, tra coloro che attendono in stazione don Zuppi, per la commemorazione delle vittime del 2 agosto, è alle stelle. Il vescovo fa sentire tutta la sua vicinanza alla gente: stringe mani, abbraccia vecchi amici, parla con tutti e dispensa sorrisi. Basta poco per conquistare la città.

«È la prima volta che lo vedo e mi sembra davvero una persona buona, di cuore», racconta Simona Dondi, di Castel Maggiore, cui fa eco Vanda Zucchini, pensionata arrivata da Medicina: «Mi ha dato l’impressione di essere una persona gentile, disponibile, semplice. È anche molto importante che sia così giovane. Spero riesca a riportare in chiesa tanti ragazzi che si sono allontanati». Dalla stazione alle Due Torri, la scena non cambia: i fedeli attendono l’arrivo di Don Zuppi con trepidazione, intonano cori, canti e quando lo vedono scendere dall’auto, scatta un urlo di gioia generale. Quello che colpisce è la presenza di molti ragazzi e bambini, incuriositi dall’arrivo del nuovo arcivescovo.

«Sono molto fiducioso che don Zuppi riesca a dare quella spinta innovativa che manca alla chiesa – dice Davide Marchesani, studente –. È un bel segnale quello che ha voluto dare papa Francesco mandando qui, in una diocesi così antica, un arcivescovo così giovane».

«Nella mia città (Reggio Emilia, ndr) la figura del vescovo non è sentita come qui e devo dire che sono stato trascinato dall’entusiasmo della gente e anche da don Zuppi che mi piace molto – spiega Roberto Diana, studente –. Io lo vedo come un punto di rottura con il passato. La chiesa ha bisogno di innovarsi, ovviamente rispettando le tradizioni». E l’affetto dei bolognesi è tale che l’arcivescovo impiega 40 minuti per percorrere via Rizzoli fino in San Petronio.

La voglia di don Zuppi di restare più tempo possibile tra quella che è ormai la sua gente, infatti, lo porta spesso a fermarsi a salutare gruppi di persone ferme in strada da ore per vederlo. Tra questi, anche un gruppo di insegnanti di religione delle scuole cittadine e soprattutto tanti bambini, che richiamano la sua attenzione con un grande striscione e cori festosi di benvenuto: un’attenzione che l’arcivescovo ricambia salutandoli quasi uno per uno. «È una persona speciale che sa relazionarsi con i fedeli e con i più piccoli, come se fosse una figura paterna – racconta Angela Cirrone, impiegata –. Mi dà l’idea di essere molto sensibile e disponibile. È un po’ il papà di tutti noi».