Bologna, 25 ottobre 2022 - A 'Don Matteo', fra poco, di bolognese mancherà solo l'accento. Già, perché il Comune è pronto a conferire la cittadinanza onoraria all'arcivescovo e cardinale Zuppi, a sette anni dal suo arrivo sutto le Torri.
La decisione è stata condivisa da tutti i capigruppo del Consiglio e dal sindaco Matteo Lepore. Sono passati ormai sette anni dal 27 ottobre 2015 quando Papa Francesco nominò l'oggi presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) arcivescovo di Bologna.
"Da allora 'don Matteo' è entrato a far parte della vita dei bolognesi ed è considerato a tutti gli effetti un cittadino di Bologna, sempre dalla parte degli ultimi e delle persone in difficoltà", fanno sapere i capigruppo e il sindaco, sottolineando che in questi anni il cardinale "non ha mai mancato di dare il suo contributo fattivo per affrontare i tanti problemi che affliggono la nostra società".
Non indifferente infatti l'impegno sociale, che si è concretizzato - per esempio - nel progetto 'Insieme per il lavoro', nato dalla collaborazione tra Comune, Città metropolitana e Arcidiocesi di Bologna nel 2021, cui ha aderito in seguito anche la Regione Emilia-Romagna.
Proprio per "suggellare questo forte legame, su proposta del sindaco e di tutto il Consiglio comunale, abbiamo deciso di riconoscergli la cittadinanza onoraria del Comune di Bologna", è il messaggio che arriva da Palazzo D'Accursio.
Zuppi: "A Bologna mi sono sentito subito a casa"
L’Arcivescovo Zuppi, appresa la notizia del conferimento della cittadinanza onoraria ha espresso gratitudine affermando "ringrazio tantissimo il sindaco Matteo Lepore, i capigruppo e tutto il Consiglio Comunale che, all'unanimità, hanno deciso di conferirmi la cittadinanza onoraria. Lo sento un impegno ad essere ancora di più amico di Bologna, come ho sempre fatto fin dall'inizio del mandato di pastore in questa diocesi. Bologna è una città dove mi sono sentito a casa sin da subito. Questo riconoscimento è anche un invito a guardare assieme alle tante sfide che la città vive oggi. In questo momento sono a Roma all’Incontro di preghiera, so bene che Bologna è città di incontro e dialogo, dove si vive il diritto alla pace, come ha chiesto il Papa in queste ultime ore a Roma. Anche diventare artigiani di pace è un impegno ad essere pienamente cittadino di Bologna". E conclude "nel Liber Paradisus ci si affranca dalla schiavitù, ora mi inserisco anch’io, da pienamente cittadino, in un contesto dove si lavora e si accoglie insieme per condividere i desideri e le speranze di tutti".