Bologna, 25 maggio 2022 - Papa Francesco ha nominato il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, presidente della Conferenza episcopale italiana. Zuppi è stato scelto da Bergoglio all’interno di una rosa di tre nomi indicata dall’assemblea della Cei, di cui facevano parte anche il cardinale Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena, e ad Antonino Raspanti, vescovo di Acireale. Zuppi è il secondo arcivescovo cardinale di Bologna Presidente della Cei: in precedenza, solo Antonio Poma fu arcivescovo di Bologna e Presidente della Cei dal 1969 al 1979. Zuppi tornerà in città venerdì, dopo aver illustrato le linee guida del suo mandato.
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Anche quest’anno lo Stato italiano verserà circa un miliardo e cento milioni di euro nelle casse della Conferenza Episcopale Italiana attraverso il meccanismo dell’8 per mille. Da ieri a mezzogiorno la responsabilità di come spendere questi soldi cade sulle spalle del cardinale Matteo Zuppi, nominato presidente della Cei da papa Francesco su indicazione dei vescovi italiani.
Oltre a quanto necessariamente dovuto per il sostentamento del clero, l’intenzione dell’arcivescovo petroniano è quella di riproporre a livello nazionale quanto sta portando avanti a Bologna grazie ai dividendi che arrivano dalla Faac, vale a dire costruire un binario che allontani la solidarietà dalla ’logica della sportina’ e che l’avvicini ad un vero riscatto attraverso una vita indipendente. Un percorso da fare non da soli ma assieme alle altre istituzioni, come sta avvenendo sotto le Due Torri con ’Insieme per il Lavoro’ e con altre iniziative che puntano a non far uscire o a far rientrare le persone dal mondo del lavoro.
«Non mi preoccupa camminare con le scarpe rotte – ribadiva anche ieri Zuppi – sono, invece, preoccupato se qualcuno gira ancora a piedi scalzi". Chi è presidente della Cei non deve rinunciare all’ufficio l’ordinario della diocesi, per cui Zuppi rimarrà l’arcivescovo di Bologna, ma questo nuovo incarico lo costringerà a fare la spola tra via Altabella e la Circonvallazione Aurelia, dove ci sono gli uffici della conferenza episcopale. Per Roma dovrà scegliersi un segretario generale, che la prassi vuole che sia un vescovo e che di fatto è il braccio operativo, per Bologna non è da escludere vi sia la richiesta di vescovo ausiliare. Il codice di diritto canonico prevede che sia l’ordinario a richiederlo al Santo Padre, in pratica questa è una questione che si discute prima di avviare le procedure ufficiali. È dal 2011 che a Bologna non c’è un ausiliare, così come l’ex numero uno della conferenza Gualtiero Bassetti non ne fece richiesta, ma vista l’estensione dell’arcidiocesi e il fatto che Zuppi sarà spesso a Roma dal martedì al venerdì, probabilmente un sacerdote sarà nominato vescovo per aiutarlo nel governo della curia.
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Oltre a proteggere dalla pioggia, i portici spesso veicolano parecchie voci e tante scommettono che uno tra i due vicari generali, monsignor Giovanni Silvagni e monsignor Stefano Ottani, l’ex rettore del seminario diocesano monsignor Roberto Macciantelli e l’ex preside del seminario regionale e oggi sottosegretario della Cei, monsignor Valentino Bulgarelli, ricoprirà la carica di ausiliare.
Contrariamente a quello che avrebbe voluto e che aveva annunciato, oggi il cardinale non impartirà la benedizione alla città sul sagrato della Basilica di San Petronio. Almeno nelle prime ore del suo mandato l’arcivescovo deve rispettare il protocollo che prevede la presenza del presidente durante tutta l’assemblea generale, per cui resterà a Roma.
"A Bologna per alcuni la Madonna di San Luca ha un’importanza superiore al padreterno – raccontava scherzando ieri Zuppi –, ma oggi difficilmente sarò a Bologna. Mi dicono che devo stare qua". Il ritorno è previsto per venerdì, dopo la conferenza stampa in cui illustrerà le linee guida del suo mandato.
Oltre alla "solidarietà concertata", c’è un’altra cosa che Zuppi esporterà da Bologna: lo spirito di pace che anima Monte Sole. "La chiesa parla a tutti – conclude l’arcivescovo – sta per strada, cammina con la gente e indica la via della pace perché usa un’unica lingua, quella dell’amore, nella babele di questo mondo". Per il resto non cambia nulla con l’arcivescovo che continuerà a risiedere alla Casa del Clero viaggiando in bicicletta per le vie del centro.