di Massimo Selleri
Oggi il cardinale Matteo Zuppi sarà a Roma per partecipare alla 76sima assemblea generale dei vescovi italiani che si chiuderà venerdì. Si tratta di un’assemblea particolare perché tra i punti all’ordine del giorno vi è anche l’elezione del nuovo presidente della Conferenza Episcopale Italiana che succederà a Gualtiero Bassetti. La modifica statutaria voluta dal papa Francesco nel 2014 prevede che si arrivi alla formulazione di una terna di nomi da sottoporre all’attenzione del Santo Padre il quale poi pescherà da questo ristrettissimo gruppo chi guiderà la Cei per i prossimi anni. Anche in diverse uscite pubbliche Bergoglio ha esplicitamente chiesto ai vescovi di indicargli il nome di tre cardinali, ma nella stesso incontro che oggi le eccellenze della Chiesa italiana avranno con papa Papa Francesco in forma privata, alcuni vescovi chiederanno di rendere meno rigida questa indicazione. Con il cardinale Angelo De Donatis che è vicario generale della diocesi di Roma e, quindi, non reggente e con il cardinale Giuseppe Petrocchi che l’anno prossimo compirà 75 anni e dovrà rimettere nelle mani del Pontefice il suo ufficio di arcivescovo dell’Aquila, ad oggi gli unici realmente eleggibili sono il cardinale Matteo Zuppi e il cardinale Augusto Paolo Lojudice. Siccome Bergoglio conosceva questa situazione anche prima di fornire l’indicazione di segnalare tre cardinali, evidentemente voleva che i due fossero nella terna. Del resto sono stati elevati al rango di stretto collaboratore del Papa, questo è il senso del ruolo di cardinale, a differenza degli arcivescovi di Milano, Torino e patriarca di Venezia, le cui sedi normalmente venivano indicate cardinalizie proprio perché chi era eletto a guidarle finiva poi per vestire la porpora. Premesso che fin dal seminario entrambi hanno caratterizzato il loro ministero sull’attenzione ai più deboli e ai più fragili, in una ipotetica staffetta su quello che deciderà Bergoglio, Zuppi sarebbe in cima alle sue preferenze, mentre l’inseguitore sarebbe Lojudice.
L’arcivescovo di Bologna raccoglierebbe anche il gradimento di molti vescovi che vedono in lui una persona capace di dialogare e di portare le proprie istanze al Sommo Pontefice, in un momento non facile per le diocesi italiane che devono fare i conti con il calo delle vocazioni e con una serie di questioni pratiche, tra cui quella economica non è da poco. Inoltre papa Francesco ha più volte chiesto alle diocesi di fondersi, ma al momento i vari progetti non sono arrivati a compimento. Qualora toccasse a Zuppi, alla diocesi di Bologna potrebbe essere concesso un vescovo ausiliario che lo aiuti nel governo della realtà locale. E’ dall’8 febbraio 2011, vale a dire da quando monsignor Ernesto Vecchi dovette dimettersi avendo 75 anni, che chi regge la curia petroniana non è coadiuvato da un ausiliare. Continuando a sfogliare gli annali, il cardinale arcivescovo di Bologna Antonio Poma fu presidente della Cei dal 4 ottobre del 1969 al 18 maggio 1979. In ogni caso Zuppi abbandonerà l’assemblea generale prima, per essere a Bologna mercoledì per la tradizionale benedizione alla cittàdella Madonna di San Luca.