Bologna, 8 agosto 2015 - «E' stato un grande amore; ci siamo amati molto e con molta lealtà». Claudia vorrebbe fermarsi qui, non può pensare di rilasciare interviste adesso che suo marito non c’è più. Quasi supplica: «Devo e voglio rispettare un’estetica, un sentire che è stato il nostro e ci ha tenuti lontani dalle esibizioni; le cose vere vanno protette». Come la «storia di condivisione di ideali» che per quasi trent’anni l’ha legata a Renato Zangheri e resta viva in Renato junior, il loro ragazzo che ha 20 anni e studia lingue. «Per lui suo padre è stato un punto di riferimento importante, hanno sempre parlato»: oltre i decenni che sulla carta li separavano. Vale per Renatino e vale per Claudia Dall’Osso. Lei aveva 30 anni quando nel ’92 sposò a San Marino il rettore dell’Università del Titano, eppure non ha mai sentito il peso delle generazioni: «Non c’è stato, ci sono stati gli affetti reali».
Per Claudia, Zangheri è diventato cittadino imolese. Ma la scelta di abitare a Imola si incrocia con la formazione dello studioso del Movimento operaio socialista. E la moglie ricorda: «Imola ha dato i natali ad Andrea Costa, per questo Renato l’ha sempre reputata una città straordinariamente attraente; nel suo immaginario mi ha associata alle idee di anarchia e di socialismo nate a Imola con Andrea Costa che è coraggio e passione politica». In un angolo grande del cuore c’era Bologna, ma ecco che riaffiorano riservatezza e stile. «Renato ha scelto di vivere a Imola anche per il timore che, a Bologna, la sua presenza fosse invadente – aggiunge Claudia -, tanto che mai ha voluto esprimere pareri sulla politica cittadina».
La passione c’era sempre, c’erano gli studi e i contributi di studioso, ma in cima c’era anche una sacra questione di «estetica». Bologna saluterà oggi il suo sindaco. Poi la storia scivolerà nel privato di una moglie e di un figlio che, loro soli, decideranno dove disperdere le ceneri. Sarà questo l’addio intimo a un uomo che professava la religione dell’umanità: «Il suo credo era la solidarietà, l’aiutarsi mentre si è in vita; erano le parole di Andrea Costa: ‘Noi vogliamo l’umanamento dell’uomo’». Poi le ceneri possono tornare al vento. La religione dell’umanità e la religione della cultura. Claudia conserverà per sempre una lettera: «E’ datata 1948 ed è firmata da Felice Battaglia, lo storico rettore dell’Università che scriveva allo studente Renato Zangheri: ‘Ella ha il senso religioso della cultura’».